3o novembre. Una cartella Equitalia da oltre 60mila euro, per il triennio 2005-07: se l’e vista recapitare Tiziana Marrone, originaria di Pescara, vedova di Giuseppe Campaniello, artigiano in crisi che il 28 marzo 2012 si diede fuoco davanti alla Commissione tributaria di Bologna e morì pochi giorni dopo. Debiti “ereditati” per la comunione dei beni. «Sono senza pietà, io non c’entro niente col lavoro di mio marito. Non ho i soldi per pagare quella cifra, al momento non ho neanche un lavoro», ha detto. La cartella che la donna ha ricevuto il 25 ottobre si riferisce ad un cumulo di Irpef, Iva, addizionali regionali e imposte sulle attività produttive. Nei mesi scorsi Marrone aveva anche organizzato una marcia delle “’vedovè della crisi. Gli ultimi sei li ha passati in Abruzzo, a casa, al fianco della madre malata: «Attualmente – dice al quotidiano – vivo con la pensione di reversibilità di mio marito, neanche 500 euro al mese». Ha scritto lettere al presidente della Repubblica, a numerosi politici, al Papa: «Ma nessuno mi ha mai risposto. E chi ha promesso di farlo, poi non si è più sentito». Agenzia delle Entrate ed Equitalia fanno sapere che «per cancellare il debito della signora Tiziana Marrone è necessaria una legge dello Stato». Tiziana Marrone è consapevole che, secondo le norme, quanto è accaduto è corretto: «Ma le leggi si cambiano, tutto si può fare quando lo si vuole fare. E deve esistere anche un briciolo di umanità. Mi sono rivolto alle istituzioni per avere un lavoro o un sussidio, ma mi hanno risposto che non ne ho diritto. Ma a 50 anni un lavoro non te lo dà più nessuno di questi tempi?». Anche il marito, togliendosi la vita, lasciò un biglietto chiedendo di «lasciare in pace» la moglie.
BREVI LOCALI
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