Quattro partecipanti al corteo No Daspo dello scorso febbraio in questi giorni stanno ricevendo le notifiche di condanna per quel corteo. Nello specifico decreti penali di condanna che vanno dai 15 giorni ai tre mesi, in termini pecuniari da circa 700 euro a cinquemila e cinquecento euro.
I decreti penali non sono certo una novità, ma il loro uso sempre più costante per ottenere condanne veloci, sta facendo di essi una “normalità” in seguito a un corteo, un presidio o una manifestazione ad esempio.
E infatti diversi sono i casi in cui abbiamo ricevuto decreti penali.
Per il corteo No daspo, già le denunce avevano il sapore di ridicolo e tanta era stata la solidarietà attorno ai denunciati. Con queste condanne poi, il ridicolo si supera di gran lunga e ne possiamo immaginare le reazioni di tutti e tutte.
Giova sottolineare, a tal proposito, che le condanne sono arrivate neanche a un anno di distanza da quel corteo…
Tanto erano importanti e prioritarie…
Ma sappiamo l’accanimento e l’astio che coloro che si credono i padroni della città nutrono nei nostri confronti e di come abbiano fatto di tutto (e lo continuano a fare), per cercare di tagliarci le gambe.
In sintonia, ovviamente, con le forze della repressione.
É altresì curioso notare, e l’accostamento lo facciamo solo perché sono episodi vicini in termini temporali non certo in quel che hanno rappresentato, che a noi ed a molti altri arrivano condanne con una celerità impressionate, in un periodo come quello attuale (che di certo ha altre priorità, dicono), mentre per delle stragi, come avvenuto a Viareggio, i colpevoli vanno in prescrizione.
Queste semplici riflessioni non sono certo per cadere nel vittimismo o per cercare o rivendicare una giustizia statale equa, che sappiamo non avverrà mai. Ma sono solo per evidenziare e sottolineare, per l’ennesima volta, quali sono i meccanismi che regolano il mondo dove viviamo, per cui é necessario lottare per liberarsene.
BREVI LOCALI
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