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A CASTROGNO GLI INTERNATI DEGLI OPG

cella2 aprile. Le Regioni tardano a predisporre ed attuare i cosiddetti piani di riconversione e così la trasformazione di parte dei penitenziari in strutture in cui rinchiudere i detenuti-pazienti, circa mille, oggi reclusi nei sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg) italiani, slitta ancora. Per l’ennesima volta. Il termine fissato, questa volta, è tra un anno esatto: aprile 2015, così come stabilito dal decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. Un periodo che, dal governo centrale, viene considerato sufficiente per adeguare le carceri esistenti. E’ il caso tutto abruzzese del penitenziario teramano di Castrogno, più volte e da tempo, oggetto di forte interesse e protagonista di numerose riunioni tecnico-organizzative, proprio in virtù della propria assoluta specificità: il carcere di Teramo, infatti, è l’unico in Abruzzo ad avere un “servizio psichiatrico” interno. E’ qui che i detenuti con problemi di natura psichiatrica vengono rinchiusi. Siano essi uomini o donne, visto che Castrogno è l’unico carcere abruzzese ad ospitare una sezione femminile. Le riunioni che si stanno susseguendo da mesi mirerebbero a verificare tempi e modalità della predisposizione, all’interno della struttura teramana, di un’area adatta a rinchiudere almeno 8 detenuti di uno dei sei Opg italiani. La proroga è legata ad un monitoraggio del percorso – che scatterà dopo i primi 6 mesi – prevedendo ipotesi di incisivi poteri sostitutivi delle regioni nel caso di ennesimi ritardi. Il decreto prevede che il governo potrà nominare un commissario ad acta nei casi di Regioni inadempienti rispetto al termine ultimo di chiusura degli Opg. Le strutture in chiusura sono gli Opg di Castiglione delle Stiviere (Lombardia), quello di Reggio Emilia (Emilia Romagna), l’Opg di Montelupo Fiorentino (Toscana), quello di Secondigliano e quello di Aversa (Campania), l’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto (Sicilia).

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