21 maggio. Ieri un uomo di 51 anni è morto a Teramo mentre cercava, dicono, di prendersi del rame in una cabina elettrica in una struttura da anni abbandonata della Asl. Al riguardo, per questo tragico avvenimento, ci è giunta una riflessione al nostro indirizzo mail. Riflessione che facciamo nostra e che pubblichiamo:
“Riflettevo come è difficile, per me, definire ‘moralmente’ questo fatto. Io direi che è una morte sul lavoro.
Visto che tanti ‘lavoratori’ sono fieri delle loro pene quotidiane per portare a casa il pane quotidiano, anche quest’uomo sfortunato era lì per cercare di guadagnare il suo pane quotidiano. Non era certo un colletto bianco che con un tratto di penna o un clic sul computer guadagna migliaia di euro e rovina centinaia di persone.
Stava prendendo ciò che non doveva prendere? Stava facendo qualcosa di male?
Quanti lavoratori producono, oltre i prodotti, anche venefici scarti? Quante risorse vengono saccheggiate e uomini sfruttati per far lavorare un qualche altro lavoratore in una qualche attività in un qualche luogo che, magicamente, possiamo isolare moralmente, in mezzo a una filiera industriale di cannibalismo e devastazione, chiamiamo “posto di lavoro”?
Allora anche questo sfortunato fratello è morto sul posto di lavoro, come qualunque altro operaio dell’Enel …?“
Commenti recenti