Riceviamo e pubblichiamo. Chi vuole mandarci contributi scritti può farlo al nostro indirizzo di posta elettronica.
Un paio giorni fa alcuni anarchici, presi qua e là in per la penisola, sono stati incarcerati dallo stato italiano. Precisamente lo zelo di servizio lo si deve ai reparti speciali di carabinieri (ROS) e polizia (DIGOS) e grazie a una briscola che evidentemente gli era salita di mano da qualche tempo: un giovane magistrato, ben scelto, che si deve aprire la carriera. Dunque ROS&DIGOS, la ‘esse’ è di rigore: gente ‘speciale’ arruolata, formata, prezzolata e dedita agli affari ‘speciali’ dello stato italiano. E qualunque ‘italiano medio’ lo sa, o dovrebbe saperlo, quanti e quali affari speciali devono essere condotti quotidianamente in porto per mantenere ben stabile il secolare baraccone del potere nel Belpaese. Almeno a detta loro e dei giornali, radio, televisioni e rispettivi siti che, in un ripetitivo lunedì d’inizio settimana, hanno cercato di far amplificare, nelle già rintronate orecchie dell’italiano medio, il piccolo clamore di una piccola Operazione Speciale: “Abbiamo ingabbiato pericolosi terroristi pronti ad uccidere!” – Mamma li turchi!!
Fra queste ‘belve sanguinarie’ a piede libero ci sono un paio di miei conoscenti e amici. Adesso che scrivo i miei pensieri rivolti a loro, i loro piedi possono solo girare in due celle lontane e separate e forse le loro braccia non potranno stringersi ai loro corpi né a quelli dei loro pargoli per un po’ di tempo; e mi resta di sperare che sia il più breve tempo possibile, per loro come per gli altri incarcerati.
E pensare che loro due già avevano passato la stessa trafila dieci anni prima, pressoché per le stesse motivazioni addotte dai ben gratificati servitori, o servi – qual è la differenza semantica?! – dello stato. E pensare alla forza, al coraggio e all’energia di vivere e di far vivere nonostante e alla faccia di qualunque carognata ad orologeria stesse, negli anni passati, covando nella testa, nei cassetti e negli uffici di qualche losco e oscuro, ma Speciale, operatore, ovvero servitore – o servo, qual è la differenza semantica?! – dello stato.
Ma mi chiedo quali possono essere tutti i motivi reconditi di questa Operazione Speciale, insomma roba che non possono fare i vigili urbani, ed eseguita formalmente a nome e a favore del Popolo Italiano, ovvero – anche qui, qual è la differenza semantica?! – dell’italiano medio, ovvero del suddito mediamente sfruttato, controllato, imbrogliato, taglieggiato, illuso, coglionato e pascolato, tosato, munto e macellato a frutto del secolare potere del Belpaese?
Perché se ci sono Servizi Segreti, se ci sono Reparti Speciali, ci devono per forza essere luoghi oscuri del potere e motivi nascosti del potere. O dobbiamo sempre e comunque far finta d’esser mediamente e nominalmente coglioni, pena la lucida e chiara mannaia del potere? E non mi riferisco agli anarchici e a chiunque altro in quanto anarchico; piuttosto a tutti noi mediamente sudditi, in quanto mediamente gregge.
Perché, quando rintoccano le campane del potere, quando dobbiamo ascoltare i canti e i cori del potere, è innegabile interesse di noi tutti, mediamente sudditi, almeno sussurrarci d’orecchio in orecchio qualche ragionamento di controcanto, invece di rumoreggiare soltanto, a caso, di rimando, con i nostri sordi e ottusi campanacci che – per quanto “social” e tecnologici – ci portiamo al collo fino alla morte.
Provo a fare un elenco di moventi. Saranno sbagliati? Parziali? Ragione in più per parlarne.
Di base i Servizi Segreti e i Reparti Speciali hanno a disposizione un bilancio annuale, triennale o quinquennale … comunque una somma di soldi da spendere. Quanti? Lo sanno loro. Pochi? Presumo di no, vista l’importanza per il potere, la Specialità: Bilanci Speciali per Reparti Speciali! Gli fanno una dura Spending Review? Mica facile. E anche pericoloso. A tagli estremi, avremmo pericoli estremi: se i pericoli estremi non ci fossero, hanno sempre Tecniche Speciali per evocarli. E forse queste sono solo ipotesi nelle fasi estreme di mal di pancia del potere. Magari, oggi, semplicemente, non hanno proprio speso tutto l’assegno e allora che c’è di meglio per tenersi allenati che riesumare fascicoli vecchi di dieci anni e far girare fatture a grafologi, psicologi, criminologi, informatici, laboratori e squallido tecnicume vario.
Ma qualche movente superiore a quello della manovalanza Speciale dello stato ci può essere? Ci può essere qualche succulenta preda che i cani Speciali vogliono riuscire a riportare alla corte dei lor signori? Forse c’è e forse deve essere qualcosa che ha a che fare con il … urca, mi trema la mano … nientemeno che … il TERRORISMO!! – Mamma li turchi!
Ora, e noi del gregge ben lo sappiamo – lo sappiamo che per governare devi farti obbedire. E che per farti obbedire devi farti rispettare. E che per farti rispettare e obbedire devi farti temere. Insomma: i governati devono avere paura. Ma non una paura semplice, accidentale, una paura che passa. Ci vuole proprio un terrore latente e costante, che puoi alleviare, rendere innocuo, quasi impercettibile se fai il bravo e ti fai i fatti tuoi. Anzi, se sei capace di scaricare il tuo terrore sul tuo prossimo, puoi anche beccarti degli zuccherini sfiziosi. Una serie di piccole angosce individuali e quotidiane per tutta la vita: il terrore della mancanza di lavoro e di soldi, il terrore di non potersi curare, il terrore di rimanere soli con l’angoscia .. e a questi terrori di base, di vita si accompagna una serie di psico-terrori individuali dei più vari e grotteschi.
Sembra quasi che l’economia delle paure è l’economia del potere. Ma in economia lo stato che ruolo può avere se non costruire e garantire i monopoli e oligopoli? Che relazione c’è tra il potere e il monopolio dei terrori? Il terrorismo è l’arte di cerare, gestire e scatenare i vari tipi di paure e di terrore individuale è sociale? Lo stato, efficace struttura del potere, è terrorista per sua natura?
Torniamo però all’osso succulento dell’Operazione Speciale denominata “Scripta manent”, che vuol dire “ciò che è scritto rimane”. Siccome già dieci anni fa avevano provato a far condannare gli stesi imputati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo; siccome ci hanno provato costantemente negli ultimi anni con altre Operazioni Speciali contro gli anarchici a portare a casa – del padrone – il reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo; siccome non si contentano di condannare ciascuno per ciascun reato bensì vogliono spasmodicamente riuscire a tutti i costi a mettere nel loro granaio di giurisprudenza il reato di ‘associazione’ allora deve essere questo il valore aggiunto che il potere vuole incassare dal conto spese dei Reparti Speciali.
Il gregge dei sudditi – quelli della massa bassa della società, i molti per caprici – mediamente dirà: “Si, ma a noi che ce frega?”. Or ora niente, può darsi. Ma in prospettiva? Or ora le angosce da sfangare quotidianamente le viviamo pressoché da soli. E le angosce, individuali e collettive, in prospettiva è tanto probabile che scompariranno quanto sarà probabile che il potere e lo stato vi regaleranno, a voi, ai molti in basso, il paradiso in terra. Ci credete al loro paradiso in terra?
Bene, nel caso non crediate neanche al paradiso in cielo, o anche in attesa di quello, sarebbe bene chiedersi cosa succederà se, di volta in volta, comincerà ad andare in porto il reato associativo, se a livello di giurisprudenza diventerà tanto facile affibbiarlo quanto elevare una multa per sosta vietata allora si potrebbe avere, sempre in prospettiva, che il capitale di forza del potere sarà ancora più rafforzato rispetto al capitale di forza, di già molto ma molto ridotto ai minimi termini, del gregge e delle sue generazioni a venire.
Certo non è facile scegliere con l’orizzonte visto da un suddito in mezzo al gregge con tutti la serie di spauracchi Speciali che possono scatenare di fronte alla possibilità che il gregge sbanda dai recinti e minaccia di farsi orda. Una cosa assurda sembra intravvedersi: quasi è più il potere a non dover mai dimenticare la possibilità che il gregge sbanda e si fa orda, che non il gregge a credere nelle proprie possibilità prospettive e di mutamento. Il potere non può mai permettersi di dimenticare questa possibilità e deve comunque, inevitabilmente lavorare contro questa prospettiva anche quando, come oggi, sembra un lavoro del tutto superfluo.
E in questo attuale superfluo sembra che prosperano bene i Reparti Speciali dello stato. Godono di ottima stampa e letteratura. Tanto che qualche volta qualcuno si sbraca e mette i piedi sulla tavola, come il caso emblematico dell’ex-generale dei ROS, Giampaolo Ganzer, e si, si scrive proprio così: G-A-N-Z-E-R, scripta manent. Oppure quel lontano, grottesco episodio di provincia, giusto 20 anni fa, di quella raffineria di eroina a Rosciano – si scrive R-O-S-C-I-A-N-O, scripta manent – un paesino in provincia di Pescara; un piccolo laboratorio artigianale gestito da alcuni Speciali.
Scripta manent! Sul piatto dell’accusa gravano molti scritti ‘ideologici’ prodotti nel tempo dagli imputati. Inteso bene? Scrittura uguale ideologia. Ideologia uguale processo penale. Gli esseri umani, che sfiga, di natura producono teorie e ideologie. E’ inevitabile. I cani abbaiano, i lupi ululano, le rane gracidano. Ma c’è il trucco, c’è l’inganno: l’ideologia prodotta dal potere ad uso e consumo del gregge non è una teoria funzionale allo sfruttamento,non è ideologia: invece si chiama N-O-R-M-A-L-I-T-A’. Il resto è ideologia, il resto fuori la prospettiva del potere è passibile di processo penale.
Oh, stavolta sono stati chiari per tutti, non solo per quattro anarchici: Scripta manent! Quello che scrivi rimane … a disposizione della procura. Anche quello che scrivi tu sul “social”. Qualunque prospettiva del tuo sociale è roba loro. Ma si può sempre sussurrare nelle orecchie prima dell’avvento dei microchip sottopelle in massa.
Il pensiero torna un po’ triste adesso a loro due; c’è chi ricorda che dieci anni fa alcuni conoscenti, persone mediamente comuni, sentenziarono “Ciascuno paga per le proprie scelte”. Vedete, colleghi del gregge, questo non è vero. I padroni e i loro reparti Speciali non pagano quasi mai per le loro scelte, mentre siamo sempre noi tutti a lavorare e soffrire per le loro scelte. E nel credere a questo, ciascuno di voi del gregge sbaglia e sbaglia con responsabilità. Con tutte le attenuanti, ma resta sempre la responsabilità del servo di non scegliere di fronte alla scelta dei padroni.
Quando il mare si fa grosso, stringiamoci di una maglia, dicono i marinai.
Una o uno fra i tanti conoscenti, amici e compagni di Valentina e Danilo.
Commenti recenti