18 maggio. «La conferma del fatto che il mare Adriatico, in Abruzzo, sia stato un laboratorio per la sperimentazione di tecniche “estreme” per la produzione di gas è un articolo scientifico pubblicato a luglio del 2000 sulla rivista Oil&Gas Journal, a firma di alcuni addetti ai lavori, che hanno illustrato l’attività svolta». Così il giornalista specializzato in tematiche ambientali Pietro Dommarco spiega come sia giunto alla conclusione che la tecnica del “fracking” per estrarre il gas sia stata utilizzata anche in Adriatico. Il giornalista, a Pescara per una presentazione, aveva parlato delle tecniche estreme utilizzate in Abruzzo in un articolo pubblicato nei giorni scorsi su “Altraeconomia”, alla vigilia del suo arrivo nel capoluogo adriatico. La sperimentazione sarebbe stata effettuata tra il 1994 e il 1999, nel giacimento “Giovanna” a 23 miglia al largo tra Montesilvano e Giulianova. «Nell’articolo del 2000», spiega Dommarco, «il termine fracking non compare, ma gli autori, tra cui tre studiosi che lavoravano per l’Eni, dichiarano di aver sperimentato la fratturazione idraulica per incentivare l’estrazione. La mia interpretazione è che si sia trattato di un fracking sperimentale». Al di là del dibattito sul fracking, secondo Dommarco, l’Abruzzo, dopo la Basilicata, è la regione che, dal punto di vista ambientale, in termini di ricerca ed estrazione di idrocarburi, rischia di più. «Il territorio interessato dalle attività», evidenzia il giornalista, «dal 26% potrebbe presto passare all’86%». Inevitabile il riferimento all’operato del Governo Monti, che «ha voluto inserirsi nell’affare delle trivelle come nessun altro governo aveva fatto prima», e alla Strategia energetica nazionale, con tutti i suoi “rischi” e con i numeri del petrolio «destinati a crescere in modo spaventoso».
BREVI LOCALI
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Mi sento di ringraziarVi. A parte l’organizzatore dell’incontro a Pescara (Maurizio Acerbo), è difficile leggere sul web una notizia scritta e fornita in maniera asciutta ed esemplare così come la presentate voi. Il dramma italiota è che anche nell’informazione e nella lotta per un’idea, un principio, un bene comune vi siano persone che si formano in partiti e partitini. Libertà di agire e pensare, sempre. Ma delle conventicole da starlette nella pseudo-contro-informazione nostrana, ne ho le scatole piene. La solita solfa medieval-calcistica di un popolo aduso e abuso alla tifoseria. Nessuno ha la verità in tasca, ma almeno che se ne parli in maniera razionale o si contattino le fonti, in caso di dubbi (e sembra che nessuno ne abbia mai!! certezze fascistiche di chi si traveste d’altro..). E’ così difficile? E poi, la smentita dell’Eni, dov’è? Siete gli unici a non averla riportata. Perchè? Perchè, ad oggi, non esiste una posizione ufficiale. Perdonate se ho usato questo spazio per un messaggio fuori contesto. Nella polemica, il mio vuol essere un grande complimento a voi. Radicalmente, AnarcoAutistico.