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Ieri hanno nuovamente arrestato Davide, nostro fratello

La Cassazione l’altro giorno ha confermato i 6 anni per gli scontri di Roma dell’ottobre 2011, a cui vanno aggiunte per Davide alcune condanne definitive che ne hanno alzato il cumulo di pena.
Al di là di mille parole di vicinanza, affetto, solidarietà per Davide;
al di là di mille parole di odio per i suoi ed i nostri aguzzini;
l’invito è di fargli sentire tutto il nostro calore, scrivendogli, perché chi ha compagni non è mai solo!

Davide Rosci
casa circondariale Castrogno, c.da Ceppata 1
64100 Teramo

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Ribelli in paradiso

avrich-giulianova

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I giovedì di Giugno

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Iniziativa e concerto antimilitarista

L’11 giugno corteo a Decimomannu – Cagliari, attorno alla base militare. Per info e aggiornamenti: nobordersard.wordpress.comantimilitarista giulianova

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Se la narrazione non è chiara

11118496_10207138975382859_2679561170106046024_nAggiungiamo una nota a margine degli spunti già espressi ieri in merito al corteo di Lanciano di sabato, contro le trivellazioni. E lo facciamo in conseguenza di un trafiletto uscito in un giornale locale, in merito all’ottima riuscita del corteo (a loro dire), a cui ha contribuito anche il servizio d’ordine interno, che non ha permesso che una cinquantina di birboni facessero i birboni. L’aspetto più interessante di questa vicenda non è certo quella di rispondere alle fandonie del giornalista o del comitato organizzatore, nel caso in cui queste fandonie fossero uscite da quest’ultimo. E fandonie lo sono, non solo perché i cinquanta erano in realtà un po’ di più, non erano mascherati e non erano in “assetto da guerra” (forse a questo si riferiva lo scritto con il termine “anfibi”), ma fandonie lo sono, perché i birboni in questione non erano andati a Lanciano con intenzioni bellicose, tutt’altro. E quindi non è stato “merito” (se di merito si può parlare) di nessun servizio d’ordine… Continued…

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Qualche spunto dal corteo di Lanciano

striscioIl corteo contro le trivellazioni di Lanciano ha evidenziato diversi fatti che emergono con chiarezza, su cui tocca ragionare e da cui si può continuare a immaginare e mettere in pratica dei percorsi. Ovviamente in primis emerge la partecipazione molto ampia della popolazione, che siano state 40, 50 o 60 mila persone, poco importa. Importa che queste tematiche siano molto sentite e partecipate. Il discorso quindi sta nel saper interagire con questa partecipazione che, per quel che ci riguarda, non può essere espressa in un’affannosa e, diciamocela, inutile nei fatti, rincorsa di figure e consenso istituzionale. Perché questa partecipazione c’è stata, al di là delle istituzioni, oltre esse. Una partecipazione che, se vuole, può facilmente scavalcare figure e ruoli istituzionali che, dal canto loro, faranno di tutto per non farsi sfuggire chi gli permette di stare sopra altre teste. Beh, sarebbe il caso che noi contribuissimo in una direzione, piuttosto che in un’altra… Continued…

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Nessuna fiducia nelle istituzioni

Volantino distribuito oggi al corteo contro le trivellazioni a Lancianovola lanc

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Sorveglianza speciale per Chiara?

sorveglianza-infinitaSono molte nell’ultimo periodo, le richieste d’applicazione della Sorveglianza speciale a compagni e compagne. A Torino, Bologna, Saronno, Cremona e… Teramo. Infatti un’udienza per la stessa misura è stata notificata ad una compagna, Chiara, che vive e lotta da qualche anno a Torino. Del processo contro di lei, Mattia, Nicco e Claudio per il sabotaggio contro il cantiere del Tav di Chiomonte abbiamo a lungo parlato su questo blog. Al momento, però, Chiara è agli arresti domiciliari nella provincia di Teramo ed è proprio nel tribunale della cittadina abruzzese che il prossimo 4 giugno si discuterà della sua Sorveglianza speciale.

Accanto ad una serie di denunce accumulate nel corso delle lotte in cui Chiara era impegnata prima di essere arrestata, gran parte del fascicolo approntato per l’occasione è dedicato proprio a quella notte del maggio 2013 in Valsusa. Difficile capire da dove parta davvero l’input e quindi a chi prudano le mani, se alla Procura torinese stizzita per la sentenza di primo grado sui fatti di Chiomonte o alla Questura teramana che, pur non avendo più Chiara tra le scatole da diversi anni, non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di portare a casa un qualche risultato. Poco importa in fondo, ma ci dona almeno lo spunto per sbeffeggiare l’isteria degli uni o l’opportunismo degli altri. L’unica cosa di cui si può essere certi, per l’importanza attribuitagli nel faldone, è che il fatto di essersi  dichiarata, da parte di Chiara, «fiera e felice» di aver partecipato a quella notte di maggio e alla lotta contro il treno veloce non è andato proprio giù alle autorità.

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15 ottobre: scarcerati Davide e Mauro dopo 37 mesi di detenzione

15-ottobreda: polisportiva gagarin

Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la notizia della scarcerazione dei nostri due compagni Davide Rosci e Mauro Gentile.

Il tribunale di Roma, preso atto della decorrenza del termine massimo per la custodia cautelare ha accettato l’istanza di scarcerazione presentata dall’avvocato Romeo. In attesa della sentenza definitiva della Corte di Cassazione ci godiamo il momento augurandoci che la notizia sia di buon auspicio sia per Marco e Christian (gli altri due ragazzi della provincia di Teramo coinvolti nella vicenda) che per tutti gli altri imputati nei vari processi per il 15 ottobre.

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Il nemico alle spalle: il canto popolare contro la Grande Guerra. Vol. 1: tra il Masetti e il Luisin

ImagoRitoccataChe cosa si cantava in Italia alla vigilia della Grande Guerra? Inni socialisti e anarchici, parodie delle canzoni ufficiali del colonialismo italiano e soprattutto canti popolari di provenienza risorgimentale: un repertorio che ben esprimeva un immaginario antimilitarista antico e ben radicato nelle classi subalterne italiane, trascinate verso un massacro inutile e insensato.

In questa rubrica, curata da radiocane e Lorenzo Valera, si cercherà di prestar ascolto a una delle tante forme con cui si esprimeva il “no” alla Grande Guerra, quella del canto popolare, dove risuonano innumerevoli atti e parole di sofferenza, insubordinazione e ribellione. Sepolti dalla censura durante il conflitto, dalla retorica apologetica del ventennio in camicia nera e dal patriottismo tricolore della Repubblica, i canti contro la guerra sono riusciti ad arrivare fino a noi per dirci che spesso disobbedire è un imperativo morale.

Interpretazioni originali a cura di Lorenzo Valera e Livia Brambilla. Per info e contatti: blukington.alekos.net

Ascolta su Radiocane

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