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Senza corpo. Sui processi in videoconferenza

SenzanomeUna ne fanno e dieci ne pensano. L’ultima trovata del Dap, il Dipartimento di amministrazione penitenziaria, e del ministero della Giustizia, in materia di annichilimento dei detenuti, riguarda una estensione dell’utilizzo della videoconferenza in sede processuale. Un dispositivo già sperimentato da anni per i reati di mafia e che ora vorrebbero applicare a uno spettro sempre più ampio di imputati. Sono già diverse le richieste avanzate in questa direzione nei confronti di alcuni compagni (Chiara, Claudio, Adriano e Gianluca), già sottoposti a regimi speciali di detenzione quali l’Alta Sorveglianza (AS2). Un ulteriore ingranaggio nel meccanismo, consustanziale al sistema penale, teso ad annullare l’individuo; un tentativo d’indebolire gli anelli della solidarietà; uno strumento in più per facilitare l’emissione di una condanna, una patente violazione del diritto di difesa.

Su tutto ciò abbiamo chiesto alcune delucidazioni a un avvocato che difende i due compagni Adriano e Gianluca.

Ascolta da radiocane

Posted in qui è altrove, repressione.


Chi c’è dietro?

melkunie-sidecarPubblichiamo da Macerie un articolo, in riferimento al fatto che nella serata dell’11 aprile qualcuno ha aspettato ed aggredito a Torino l’autista del Pm Antonio Rinaudo.

E se fosse vero che qualcuno, nella serata di venerdì 11 aprile, ha aspettato sotto casa e aggredito l’autista di Antonio Rinaudo? Non lo sappiamo e nessuno può affermare seriamente di saperlo, a parte gli autori stessi. E allora chi c’è dietro l’aggressione? Potenzialmente «tante, tantissime persone» risponderebbe chi conosce un po’ la storia recente di questa città, e non vuole unirsi a tutti i costi alla risma di pifferai che amano cercar rifugio all’ombra del complottismo. Perché, parafrasando una scritta apparsa alcune settimane fa sulla sede del Pd di via Oropa,  «Rinaudo e Padalino fanno schifo a tutti, non solo ai No Tav». Chi c’è infatti dietro le inchieste contro i partecipanti ai blocchi di dicembre? Chi c’è dietro le inchieste contro gli ultras? Chi c’è dietro le inchieste contro le resistenze spontanee contro arresti e retate? Insomma sono tanti gli inquisiti e i detenuti delle Vallette che, pur non frequentando la Val di Susa né centri sociali o case occupate torinesi, per la loro sorte devono ringraziare i due novelli boia di Torino, quelli che negli anni si sono ricavati all’interno della Procura torinese la preziosa funzione di reprimere tutto ciò che in qualche modo odori di conflitto sociale, a trecentosessanta gradi. E non diciamo questo, beninteso, per dire a inquirenti e paranoici «guardate altrove, noi non c’entriamo!» Perché non è il nostro stile e perché, al contrario, noi c’entriamo eccome. Continued…

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20 aprile. Presidio sotto il carcere di Teramo

filospinatoDal 5 al 20 aprile è stata indetta dal Coordinamento dei Detenuti una mobilitazione all’interno delle carceri per denunciare le condizioni inaccettabili e disumane alle quali sono costretti i carcerati. Continued…

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Resurrezione?? Insurrezione!!

concerti 21 22 aprile

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Davide Rosci in sostegno alla mobilitazione dei/delle detenuti/e nelle carceri

Dal 5 al 20 Aprile all’interno delle carceri italiane vi sarà una nuova mobilitazione indetta dal “Coordinamento dei Detenuti” ed era mia intenzione partecipare anche se dai domiciliari a questa giustissima protesta che chiede l’amnistia generalizzata in nome della libertà, l’abolizione dell’ergastolo e migliori condizioni di vita per tutti i detenuti.
Avrei voluto attuare lo sciopero della fame, ma, per non sembrare un novello Pannella teramano, dato che in un anno ho portato avanti tre duri digiuni, ho deciso di sostenere i fratelli e le sorelle reclus* provando a pubblicizzare l’iniziativa come meglio posso. Continued…

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Un abbraccio a Chiara

no tav tribunale teramo

Stamattina una cinquantina di compagni sono andati al tribunale di Teramo, per salutare Chiara, attualmente detenuta in alta sorveglianza nel carcere di Rebibbia a Roma per un attacco contro il cantiere della Tav in Val di Susa nel maggio scorso. Nel processo odierno invece era indagata, insieme ad altri dieci compagni, per aver impedito nell’estate del 2011 una manifestazione della Lega Nord ad Alba Adriatica. All’inizio della mattinata, tramite gli avvocati, circola la notizia che non avrebbero portato Chiara in tribunale a Teramo, in quanto era stata disposta la videoconferenza. Ma in seguito, visto che il tribunale locale non ha un’aula adibita per la videoconferenza, si viene a sapere che Chiara sarebbe stata portata di persona nel tribunale teramano. Al suo arrivo grida, pugni chiusi e molti sorrisi l’accolgono e, durante tutto il dibattimento, a turno, i compagni (visto che il giudice aveva disposto di lasciare fuori dall’aula chi non era indagato per quel procedimento) riescono a scambiare una battuta o uno sguardo complice e d’affetto. Ed anche qualche abbraccio, quando l’udienza finisce. Un altro saluto viene fatto anche all’uscita del blindato che riporterà Chiara a Rebibbia: un’anta del cancello del tribunale viene chiusa, qualche manata sul blindato ed un attimo di faccia a faccia con gli sbirri che avevano presidiato massicciamente tutta l’area del tribunale. In seguito alcuni compagni si sono fatti un giro in centro, in città, per distribuire un volantino e così spiegare questa giornata e ribadire, ancora una volta, che Terrorista è lo Stato!

vola chiara

 

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Tra complotto e solidarietà

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Aria di mobilitazione

La mobilitazione dei detenuti dal 5 al 20 aprile è ormai prossima (qui trovate un altro appello del coordinamento dei detenuti), e si susseguono gli attestati di solidarietà nei confronti di chi, in quei giorni, lotterà. Sulla costa teramana ed ascolana ad esempio, decine e decine di manifesti esprimono solidarietà ai detenuti. Infatti molti eventi ed iniziative sono state annullati dagli organizzatori in quanto, si legge nei manifesti, “l’organizzazione è solidale con la mobilitazione anticarceraria dal 5 al 20 aprile 2014“. Si va dai locali d’intrattenimento serale, alle feste popolari, dall’università di Teramo, a Teo Teocoli, e poi ancora, Beppe Grillo, Gianni Morandi, Alessandra Amoroso, Samuele Bersani e tanti, tanti altri… collage

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Sul filo del tempo

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da Macerie

«E prenci e magistrati / gridaron coi Signori / che siam degli arrabbiati / e rudi malfattori. // Deh t’affretta a sorgere / oh Sol dell’avvenir, / vivere vogliam liberi / non vogliam più servir!»

Con questa citazione del Canto dei Malfattori si è conclusa ieri l’ultima arringa degli avvocati nel processo contro i compagni del circolo Fuoriluogo di Bologna, arrestati nell’aprile del 2011 e tenuti lungamente in carcere e poi ai domiciliari con l’accusa di aver costituito un’associazione a delinquere con finalità di eversione dell’ordine democratico. Ve ne avavamo parlato al tempo e ora vi diciamo come è andata a finire. Terminate le arringhe, dopo alcune ore di riflessione, è arrivato il verdetto dei giudici: tutti assolti perché il fatto non sussiste. Alla notizia, i compagni presenti in P.za Maggiore per un presidio festeggiano con cori e canti contro i digossini presenti in piazza – grandi artefici di quella operazione repressiva – e pian piano alla spicciolata se ne vanno. Si rincontrano tutti dopo poco in via Paglietta 15, dove a colpi di mazza riaprono una storica sede anarchica cittadina, assegnata dal Comune dopo la Resistenza e murata una quindicina di anni fa in seguito a un’inchiesta per associazione sovversiva.

Leggete un comunicato dei compagni sulla giornata.

Ascoltatevi il racconto della giornata in un contributo della sempre ottima Radiocane

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Contro la repressione

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Posted in anticarceraria, casa del popolo.