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BUON LAVORO

13 febbraio. È stato ancora un anno nero quello appena concluso per le aziende italiane: 12.000 fallimenti, 2.000 procedure non fallimentari e 90.000 liquidazioni: oltre 104 mila imprese sono entrate in crisi o hanno dovuto chiudere i battenti, un valore che supera quello già molto elevato del 2011 (+2,2%). Il picco toccato dai fallimenti nel 2012 supera del 64% il valore registrato nel 2008, l’ultimo anno pre-crisi. Sono stati superati anche i livelli pre-2007, quando i tribunali potevano dichiarare un fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche. I dati mostrano che nel 2012 la recessione ha avuto un impatto notevole nel comparto dei servizi (+3,1%) e nelle costruzioni (+2,7%), mentre la manifattura – pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici – ha registrato un calo rispetto all’anno precedente (- 6,3%). Dal punto di vista territoriale, le procedure sono aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell’anno precedente nel Sud e nelle Isole (0,4%). Nel Nord Est i casi sono invece diminuiti (‐ 4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell’area a superare quota 20 mila (+8,6% sul 2011).

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