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Sciopero della fame in carcere

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera di Davide Rosci.

 

Viterbo 8 Maggio 2013

In accordo con altri compagni e detenuti abbiamo deciso d’intraprendere uno sciopero della fame che inizierà Mercoledì 22 Maggio per appoggiare il corteo che si svolgerà a Parma il 25 Maggio contro il sistema inumano delle carceri, la differenziazione, il carcere duro e l’isolamento. Il nostro fine è cercare una solidarietà di classe a sostegno delle lotte di tutti i prigionieri. E’ una forma estrema, ma siamo consapevoli che solo con la lotta da dentro e fuori queste mura si possano ottenere cambiamenti.
Quello che avviene in questi luoghi è sconosciuto ai più e solo costretto a vivere determinati abusi può testimoniare quanto sia aberrante il trattamento che questo stato riserva a chi ha sbagliato. L’obiettivo della rieducazione e del reinserimento è sempre più lontano visto che l’ultimo scopo che viene raggiunto attraverso la detenzione è l’annientamento fisico e psicologico della persona. In uno stato di diritto non è più tollerabile accettare usi e costumi che hanno più volte fatto condannare l’Italia per lo stato in cui versano le carceri.
La prigione è sempre più lo strumento per gestire le contraddizioni di questa società. La sua quotidianità fatta di pestaggi, morti accidentali per le famose “cadute dalle scale”, suicidi, isolamenti, regimi di carcere duro, inefficienze varie e spreco di denaro pubblico devono essere arginati. Un primo passo per far si che le carceri diventino luoghi adatti più agli uomini che alle bestie è quello di opporsi e mobilitarsi. Spesso i mass media hanno affrontato la questione, ma troppe volte ci si è voluti coprire gli occhi e tappare le orecchie. Si è parlato di celle inadeguate ( 7mq per due persone), di strutture fatiscenti, di speculazione sul prezzo dei beni che possono essere acquistati all’interno, dell’impossibilità di dare ad una famiglia l’intimità necessaria per continuare un rapporto nel limite del possibile normale e di molte altre ingiustizie che questo sistema ha partorito, ma mai nessuno si è adoperato con serietà per cambiare questo stato di cose. Vogliamo quindi portare fuori questa lotta di civiltà che troppo spesso è stata portata avanti da poche persone di buona volontà senza risultati concreti.
Siamo consapevoli, noi per primi, che bisogna attuare forme di protesta estrema perchè in questo paese si viene ascoltati solo quando una persona è disperata. Perciò oggi intraprenderemo questo sciopero della fame,come detto, per dire a chi manifesta che noi siamo con loro e che siamo disposti a combattere per avere delle condizioni umane. Hanno riempito queste celle con persone in attesa di giudizio e trasformato in lager la totalità delle carceri.
Io qui a Viterbo sono testimone di uno stato di cose che fa gridare allo scandalo e come compagno prima e come detenuto poi voglio cambiarlo.
Non chiediamo sconti di pena, impunità o altro, chiediamo solo un carcere degno di un Paese civile.

In Fede
Davide Rosci

Posted in anticarceraria.

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