Pubblichiamo questa lettera di Davide Rosci, dal numero di novembre di Olga
Carissime/i compagne/i, fratelli e sorelle carcerate/i, dalla corrispondenza che intrattengo con tanti detenuti e da altre letture, possiamo affermare che la mobilitazione indetta dalcoordinamento sia andata benone. La risposta dei detenuti è stata forte e l’appoggio degli antagonisti fuori queste mura non si è fatta mancare; dopo anni e anni di immobilismo,qualcosa si è mosso e ciò sta a significare che non siamo morti, anzi!
L’obiettivo di tenerci sedati e al guinzaglio è venuto meno ed ora possiamo solo avviare un’attenta analisi per capire come lavorare ad una nuova mobilitazione più partecipata e incisiva. Sappiamo benissimo tutti che darsida fare e organizzarsi all’interno di queste mura è difficilissimo e metterci la faccia comporta trasferimenti o punizioni diogni genere. Io sono uno di quelli che è stato preso come promotore e trasferito di carcere, ma non per questo sono riusciti a fermarmi. La mia voglia di cambiare questo sistema inumano è aumentata e da questa convinzione mi rivolgo a tutti voi affinché ilvento di protesta non sia fermato. Stiamo lottando per rivendicazioni sacrosante quindi non abbiate paura, rendetevi liberi nel cuore e nella mente, contribuendo a future, eventuali, nuove iniziative. La differenza la può fare chiunque, basta “lavorare” in ogni carcere, parlando con gli altri detenuti di quelli che sono i problemi, evitando di passare intere giornate a disquisire di indulto o amnistia, Con queste false speranze ci stiamo limitando ad aspettare la manna dal cielo, quando invece dovremmo, se veramente vogliamo l’indulto o l’amnistia, spingere dall’interno con qualunque mezzo a nostra disposizione.Chiedo a tutti i detenuti di ogni carcere d’Italia (soprattutto a quelli delle grandi città) a non restare indifferenti, è assurdo che ad esempio a Napoli, Roma, Palermo, Bari ecc. ecc. non abbiano appoggiato la protesta di settembre 2013. Soprattutto voglio lanciare il mio appello ai comunisti, ai movimenti, agli antagonisti e alle persone di buona volontà a fare proprio il tema anticarcerario. Non possiamo lasciare solii fratelli anarchici a portare avanti la lotta. Anche noi comunisti dobbiamo condividerla. Non basta dire combattiamo la repressione se poi dinnanzi alla massima espressione della stessa ci posizioniamo nelle retroguardie. Se vogliamo tornare a guidare il malessere popolare ed essere protagonisti di una nuova stagione di lotta, dobbiamo iniziare a muoverci contro chi ci sbarrerà la strada e vorrà soffocarela rivoluzione, sbattendoci in carcere. Iniziamo quindi a stringerci attorno a chi vive questa realtà e, permettetemi di dire che è necessario anche costruire una manifestazione nazionale contro la repressione dei movimenti e quindi l’utilizzo arbitrario del reato di devastazione e saccheggio.Uniamo le nostre forze, abbiamo numeri e capacità organizzative che possono dare risposte concrete a coloro che da sempre vogliono annientarci.
Sbarrate il corso di un fiume e avrete un’inondazione, sbarrate l’avvenire ed avrete la rivoluzione! Non un passo indietro!
17 novembre 2013
Davide Rosci, Carcere Loc. Castrogno 64100 Teramo
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