Milano, 14 gennaio 2014: Fabio, un compagno del SiCobas impegnato nelle lotte nel settore della logistica, viene aggredito a tradimento da due non meglio identificati personaggi. Un’aggressione dalla chiara matrice intimidatoria e di classe; un inconventiente del mestiere, forse, soprattutto quando l’azione sindacale esce dalla palude del burocratismo connivente tipico dei confederali; ma anche la conferma indiretta di quanto le lotte dei lavoratori della logistica stiano dando realmente fastidio.
“Stolti quindi anche coloro (tra i presunti amici) che si accontentano di gridare vendetta o che cascano dal pero e si inorridiscono per la violenza appellandosi alla democrazia e al rispetto delle sue regole. Perché proprio questa è la democrazia, riflesso diretto, anche se distorto, di un dominio di classe che “qualcuno” ha deciso di sfidare, nella convinzione profonda che, battendosi per i bisogni elementari delle grandi masse, si possono anche raggiungere conquiste immediate, per quanto parziali.” (dalla “Lettera di Fabio Zerbini agli operai e ai loro sostenitori”)
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