«Esiste nei vostri codici di legge una violenza legale e una illegale.
Noi siamo accusati della seconda, voi vi fate forza della prima ed essa è fondamento della legge a cui vi appellate.
La vostra violenza legale è quella che rende possibile lo sfruttamento di milioni di persone, che uccide con le sue guerre “umanitarie”, che butta in strada chi non riesce a pagarsi un affitto, che devasta i territori in cui viviamo, che ingabbia vite umane dentro Cie e galere.
Il monopolio legittimo della violenza è ciò che rende possibile che chi detiene il potere possa cercare di costringere un’intera popolazione ad astenersi dal compiere un determinato atto, in questo caso lottare contro un’opera nefasta come il Tav, e parallelamente possa creare le condizioni per continuare ad imporla.
Non risuona familiare a lorsignori quest’espressione? Avete accusato di terrorismo quattro nostri compagni, ma nelle giornate del 27 giugno e 3 luglio 2011, come nell’azione di sabotaggio del 13 maggio 2013 eravamo presenti tutti e tutte.
Non è in quest’aula di tribunale che troverete le motivazioni che ci spingono a lottare. Noi, per contro, una volta usciti di qua sapremo dove trovarle: lungo quei sentieri di montagna, nelle strade e nei quartieri in cui viviamo.
Ora e sempre No Tav ! Ora e sempre resistenza !»
Con queste parole è stata interrotta questa mattina la requisitoria della Pm Pedrotta nel cosiddetto processone contro 53 No Tav accusati di aver partecipato alle giornate del 27 giugno e del 3 luglio 2011. L’udienza, sospesa, è riiniziata solo dopo lo sgombero dell’Aula Bunker e terminerà con le richieste di condanne da parte dell’accusa.
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