Venerdì 5 febbraio a Giulianova presso il Circolo “il Nome della Rosa” si sarebbe dovuto presentare un libro di Renato Curcio. Il Circolo in questione in un passato anche recente ha ospitato iniziative di chiaro stampo fascista, antisemita e negazionista. Questa attitudine del Circolo che, in nome della pluralità, dà ampio spazio anche alle cloache fasciste, l’abbiamo fatta presente al compagno Renato Curcio, per metterlo al corrente di dove andava a presentare il suo libro. Lui, ringraziandoci delle informazioni, ha deciso di annullare l’iniziativa, dicendosi disposto a riproporla appena vogliamo in altra sede. A questo punto è iniziato il piagnisteo del circolo “Il nome della Rosa” che non si è limitato al semplice vittimismo, ma ha giustificato il suo dare spazio anche ai fascisti, e si è lanciato in una serie di offese nei nostri confronti (non citandoci mai ovviamente).
Ora le offese lasciano il tempo che trovano, anche quelle pronunciate da quelli o quelle con cui ci siamo trovati fianco a fianco fuori una fabbrica o nelle varie lotte ambientali (ma sapremo fare tesoro dei loro giudizi). E neanche dobbiamo stare a rimarcare qual è la nostra attività costante sul territorio con iniziative e mobilitazioni, per rispondere alle offese di un mentecatto. Però un po’ più spiacevoli sono state alcune dichiarazioni nel comunicato del circolo, degne del peggior INFAME. E non le riportiamo per decenza.
Ma si sa, ognuno risponde per quel che dice, ognuno risponde di quel che è.
A noi, di questa storia, oltre a sapere che ci sono degli infami anche in via Gramsci 46, ci rimane la riconoscenza che dobbiamo ad un uomo, un compagno che, col suo diniego, ci ha dato una lezione di dignità e coerenza, in questi tempi di ambiguità, di equiparazioni tra fascisti e partigiani. In questi tempi in cui, in nome di un fumoso pluralismo, si legittimano anche i fascisti e si corre il rischio di macchiare la storia e la vita dei compagni che per le lotte di emancipazione han dato la vita.
CASA DEL POPOLO GIULIANOVA
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