La corte d’Appello de L’Aquila in questi giorni ha confermato la condanna contro un compagno per inosservanza del foglio di via dal comune di Teramo, riducendo la pena da tre (in primo grado) a due mesi di reclusione. La condanna si riferisce ad un paio di episodi in cui, a detta dell’accusa il compagno avrebbe violato il foglio di via. Il foglio di via è una “misura di sicurezza” in tema di repressione che i vari Questori adottano a propria discrezionalità. Infatti per essere destinatari di tale misura di repressione non vi è alcun procedimento giudiziario, ma solo la decisione delle forze di polizia, anche in base a semplici indizi di colpevolezza o di presunte pericolosità sociali. Contro tale misura si può far ricorso: o al Prefetto (?!?) o tramite ricorso al Tar (a pagamento). E la violazione del foglio di via comporta procedimenti penali e molto spesso condanne come in questo caso.
Ma queste misure repressive servono soprattutto per intimidire e rompere i legami di solidarietà che ci sono e si costruiscono nei territori. Queste misure servono per isolare, escludere, ghettizzare. Ma non riusciranno mai a fermare la voglia di libertà e di lottare…
Perché non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo!
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