Così diceva un manifesto pubblicitario di qualche anno fa con Vincent Cassel.
Sì, “il lusso è un diritto”. E lo avranno pensato anche le simpatiche canaglie che in questi ultimi tempi, a detta delle cronache locali, fanno scorribande al porto di Giulianova a caccia di barche di lusso. Infatti, da quanto riportano le “eminenti” testate giornalistiche locali, bande di ragazzi o ragazzini da un po’ di tempo imperversano al porto, entrando nelle barche del molo turistico (quello della gente che c’ha i soldi, tanto per capirci), aprendo i frigoriferi delle barche, mangiandosi tutto, bevendo, fumando canne e, in alcuni casi, lasciandoci pure delle belle cacate. In poche parole gozzovigliano sulle proprietà dei ricchi ormeggiate al molo, e c’è già chi pensa, visto che queste scorribande si ripetono in continuazione, di non ormeggiare più il proprio “lusso galleggiante” al porto di Giulianova.
Ma come? Non c’hanno sempre detto che il “lusso è un diritto”? Non c’hanno sempre fatto vedere della merce a cui anelare, fare di tutto pur di averla? Diventare, questa merce, l’obbiettivo delle nostre esistenze?
Perché dite la verità: quanti di voi, passeggiando al porto di Giulianova, avreste voluto essere su quelle barche? Avreste voluto fare gli sparacazzi sopra quel “lusso galleggiante”? Avreste voluto godervi la vita così come questa società ci dice in modo estenuante che deve essere goduta?
In tanti immaginiamo. E forse l’hanno voluto anche quei ragazzi o ragazzini che stan facendo scandalizzare i benpensanti, perché salgono su quelle barche, “fanno i signori”, si fanno beffe dei controlli e scherniscono i proprietari.
Con un’unica, sottile differenza: che invece di morire d’invidia, invece di star lì a guardare quel che non si potrà mai avere, queste simpatiche canaglie se lo sono andate a prendere. E queste loro azioni sono infinitamente più belle, più vere, più vive di tutti i benpensanti, i giornalai, i ricconi, gli invidiosi che sul loro agire si stan scandalizzando e stan sputando sentenze.
Perché se quei manifesti con Vincent Cassel, così come l’enorme ricchezza in mano a pochi, sono un insulto alla gran parte di noi, c’è ancora chi, fortunatamente, all’ostentazione ed all’insulto, piuttosto che morire d’invidia, preferisce la riappropriazione e l’odio.
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