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C’è chi dice e c’è chi fa…

A metà marzo, a Pescara veniva inaugurata una sede di fascisti nel centro cittadino. Non ci soffermiamo sulla loro identità, le loro attività e tutto l’armamentario che la violenza fascista e nazista porta con sé, per non dargli ulteriore risalto e perché, in questa occasione, le strade son state degli antifascisti.
Infatti, il pomeriggio dell’inaugurazione, una trentina di compagni e compagne, si ritrovano, totalmente autorganizzati e senza chiedere il permesso a nessuno, al ponte del mare, in centro città. Dapprima un lungo striscione, con su scritto “NESSUNO SPAZIO AI NAZI” viene esposto sul ponte del mare e poi parte un corteo per le vie cittadine che per un po’ blocca il traffico locale. Le guardie, in tutta fretta e prese di contropiede, accorrono sul luogo dove si trovano i compagni e seguono il corteo.
Durante la passeggiata in città si scandiscono cori contro i fascisti e si spiega il significato di quella giornata. Si arriva nel centro storico cittadino e poi, tutti insieme, si torna al luogo di partenza.
Una piccola cosa, per carità, ma che sta lì a dimostrare che le cose si possono fare. Che ”Riprendiamoci le strade” può non essere solo uno slogan valevole per ogni occasione, ma una pratica reale e fattibile.
Una pratica che, in una piovosa giornata di marzo, ha unito compagni e compagne, più o meno giovani, accumunati dalla voglia di lottare contro la sopraffazione.
Una pratica che ha dimostrato che l’antifascismo può e deve essere un’occasione per ricostruire opposizione reale, che solo con la lotta, con tutte le sue problematiche, difficoltà e contraddizioni, può esprimersi.
Perché in quella giornata, senza chiedere il permesso a nessuno, per le strade c’erano gli antifascisti, o perlomeno coloro che hanno scelto di starci, e non chi voleva prendersi l’attenzione cittadina.

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