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Liberazione

Nel tardo pomeriggio del 25 aprile, qualche solidale torna fuori le mura del carcere teramano di Castrogno.
Non a caso in questa data: sia per il significato più ampio che si vuole e si deve dare alla parola “Liberazione”, sia perché, per i detenuti, i giorni di festa sono i momenti in cui si acuisce maggiormente la condizione detentiva. Infatti, da anni, fuori il carcere teramano vengono portati saluti ai carcerati in questi giorni, sia in forma di presidio, sia con saluti più brevi. Anche nei 25 aprile, come si può vedere in questo video. E come avvenuto lo scorso anno, in cui, a Castrogno, c’era anche il nostro fratello e compagno Paska.
Proprio per quel presidio, tra l’altro, nelle ultime settimane sono arrivate oltre trenta denunce e decine di fogli di via, che si vanno a sommare a quelli datici negli ultimi anni, anche per i presidi al carcere teramano.
E sì, perché di carcere di non si deve parlare e il carcere non si deve criticare.
Eppure, proprio in relazione alle bestiali condizioni detentive di Castrogno, prima fra tutti il sovraffollamento tornato a livelli altissimi, i tentati suicidi delle ultime settimane, la prossima settimana vi sarà un’interrogazione parlamentare.
Non che ciò abbia, per chi sta scrivendo, qualche rilevanza. Ma sta ad aggiungere tasselli al quadro desolante e drammatico che la struttura detentiva rappresenta.
Che la repressione e chi la manovra, non vuole che tale abominio venga chiamato per quel che è, e combattuto di conseguenza. E quindi giù via con denunce e misure restrittive.
Ma ciò non ferma la solidarietà!
È spesso avvenuto in passato, anche recente. Ed è avvenuto anche stavolta.
Qualcuno quindi anche questo 25 aprile è andato fuori quelle mura. Dalle finestre delle celle decine e decine di detenuti sporti fuori a guardare. Grida e urla reciproche di solidarietà. Qualche frase scambiata sulla condizione detentiva, grida di libertà e di ringraziamento per chi, nonostante tutto, con costanza e determinazione, continua a portare solidarietà ai detenuti. E poi botti e fuochi d’artificio.
Perché non vi è liberazione, se non dalla società dell’oppressione e della reclusione.
Per continuare nelle lotte e nei legami solidali.
Anche in queste giornate, soprattutto in queste giornate, ma anche in tutti i giorni.
Nonostante il clima che si respira in giro e la repressione che vorrebbe zittirci….
Ma non ci riesce!

Posted in anticarceraria.