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Testimoni di Genova – letture narrate

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Posted in casa del popolo.


Purché non si parli di loro

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Riceviamo e diffondiamo. Se qualcuno vuole scriverci può farlo all’indirizzo mail che trova sopra

Vi ricordate l’articolo che abbiamo scritto qualche giorno fa? Quello in cui parlavamo delle tante iniziative “alternative” ed “indipendenti” che, soprattutto d’estate, vi sono nel territorio; ma che poi, a conti fatti, d’alternativo ed indipendente hanno ben poco?
Bene, quelle poche semplici righe ci tornano utili per la storiella che andiamo a raccontare, perché, quest’ultima, manco a farlo a posta, ci parla di quel che avviene, nella realtà.
Mercoledì scorso, infatti, come tutti i mercoledì estivi, come è stato anche per l’anno scorso, come compagni e compagne della Casa del Popolo, ci siamo messi in strada davanti al circolo, visto che la stessa strada in queste serate diventa pedonalizzata, per la concomitante festa settimanale, fatta di birre artigianali e concertini.
In questi mercoledì in cui stiamo in strada regna lo spirito conviviale, sociale, ludico, di discussioni su varie tematiche (se qualcuno ne ha voglia) e propagandistico delle attività della Casa del Popolo. E, a parte qualche comprensibile lamentela, dovuta alla caciara ed ai rapporti di vicinato, tutte queste serate sono filate vie lisce senza alcun problema, anzi, con un bel po’ di ragazzi e ragazze giovani che si son avvicinati alla situazione.
L’altro giorno però, il clima non era lo stesso: fin da quando iniziamo a mettere per strada musica, biliardino, sedie, distribuzione di materiale controinformativo, un proiettore per mandare dei video di lotta, la presenza dei vigili si fa sempre più insistente nel dirci: una volta del volume troppo alto, una volta che il posizionamento del tavolino coi libri non andava bene, e via dicendo. Venendo più volte a dirci tutta una serie di cose che non andavano bene.
Fino al punto che arriva una squadretta di cinque, sei vigili a dirci che dovevamo togliere tutto, dal momento che non eravamo autorizzati a stare lì fuori. Continued…

Posted in critica radicale.


Resistere agli espropri

elettrodottoÈ finita con un po’ di tensione, la protesta di ieri pomeriggio contro la realizzazione dell’elettrodotto Terna nella zona di Sant’Onofrio di Lanciano. Alcuni tecnici dell’impresa hanno tentato di entrare in un campo per la cosiddetta “immissione in possesso” dei terreni, metodo che avrebbe consentito a Terna l’esproprio del terreno. Tramite questi espropri, verrano rubati i terreni alle popolazioni locali, per darli in mano alla distruzione ed alla nocività dei tralicci dell’alta tensione. Ma un cordone di manifestanti ha contrastato l’iniziativa. Ci sono stati anche spintoni tra alcuni manifestanti e i tecnici di Terna, e l’ennesimo esproprio è stato impedito. Quello di ieri non è il primo episodio di resistenza in queste zone contro l’elettrodotto Villanova-Gissi. La lotta infatti va avanti da mesi, come potete leggere in questo articolo; ed a chi sta nei territori ad impedire questi espropri va tutto l’appoggio e la solidarietà.

Posted in azione diretta, nocività.


Sabato 18 luglio – Presidio al CIE di Bari Palese in solidarietà con le persone recluse

striscione-fuoco-ai-cieRiceviamo e pubblichiamo il comunicato che indice un presidio solidale al Cie di Bari Palese.

NELLA TUA CITTA’ C’E’ UN LAGER
ORA BASTA

SABATO 18 LUGLIO, ALLE ORE 17

PRESIDIO DAVANTI LE MURA DEL CIE DI BARI PALESE IN SOLIDARIETA’ CON LE PERSONE RECLUSE

Del CIE di Bari Palese non sappiamo molto, i contatti con le persone recluse sono principalmente legati ad alcuni trasferimenti dal CIE di Ponte Galeria o all’internamento, dopo le cariche della polizia, di chi lottava a Brescia per il permesso di soggiorno.

Negli ultimi giorni, grazie allo sciopero della fame di un recluso in seguito ad un pestaggio, i riflettori sembrano essersi accesi e le relazioni tra le persone recluse stanno cambiando: i ricatti e le promesse di libertà ai singoli, su cui la direzione del Centro ha sempre fatto leva per separare e controllare i reclusi, sembrano non trovare spazio in un momento in cui c’è più comunicazione e attenzione tra i prigionieri.

Mentre la direzione del Centro, da parte del consorzio Connecting People, capitanata da Rohan Lalinda, ha sempre preso spazio sui media come esempio di “gestione umana” di un Lager per migranti, poco si è mosso fuori dalle mura in termini di solidarietà concreta alle persone internate.
Rohan Lalinda, celebre per essere stato un ex detenuto di un Cpt, diventato poi aguzzino e carceriere grazie ai buoni rapporti con il consorzio che lo internava, ha preso spesso parola sui media per ridicolizzare e disinnescare le proteste delle persone recluse.

Continued…

Posted in antirazzismo, qui è altrove, repressione.


Roma – Rivolta nella notte al CIE di Ponte Galeria

cie1Ieri, 4 luglio, un gruppo di circa 70 solidali è andato fuori le mura del CIE di Ponte Galeria per sostenere le persone recluse con un presidio durato circa due ore e mezza.
A via Portuense i/le solidali hanno potuto comunicare con le persone recluse nella sezione maschile: tante sono state le voci che si sono alternate per salutare i reclusi, raccontare cosa succede in altri CIE e alle frontiere europee, e per esprimere con grida e cori la solidarietà.

Nonostante la presenza massiccia di forze dell’ordine, appostate anche sul tetto con gli aguzzini di Gepsa, la risposta da dentro è stata subito forte e coraggiosa: grida, battiture e tanta rabbia.

Continua a leggere su Hurriya

Posted in anticarceraria, qui è altrove, repressione.


A sostegno dei compagni di Torino

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Negli ultimi giorni Erika e Marco sono stati portati ai domiciliari. In carcere rimangono Toshi e Paolo. Per aggiornamenti leggi su Macerie.

Per scrivere agli arrestati:

  • Paolo Milan – c/o C.C. Via Sforzesca, 49 – 28100 Novara
  • Toshiyuki Hosokawa – c/o C.C. Viale dei Tigli, 14 – 13900 Biella

 

Posted in anticarceraria, casa del popolo, qui è altrove, repressione.


Ma alternativo a che? Ma indipendente da chi?

«Noi non possiamo costruire che sulle rovine dello spettacolo»
Guy Debord

Col sopraggiungere dell’estate aumentano tutta una serie di spassi… e ci mancherebbe.
Ci mancherebbe che ad un’annata colma di difficoltà un po’ per tutti, non venga concesso lo sfogo estivo… per chi se lo può permettere.
In ogni caso ce n’è per tutti i gusti, per concedersi lo spasso.748647738
E per i più esigenti, c’è anche lo spasso diverso, ricercato, raffinato, indipendente, alternativo.
Sul “ricercato” e “raffinato”, come dire: de gustibus, ad ognuno il proprio.
Ma su “indipendente” ed “alternativo” un pensiero emerge con una certa ferocia.
Infatti, se un attimo usciamo, per quanto riguarda quest’ultimi termini, dalla loro accezione musicale, artistica, o che dir si voglia, ci sopraggiunge, nella nostra schietta semplicità, una domanda:
Ma alternativo a che?
Ma indipendente da chi?
Ora, non vogliamo passare per i pesantoni della situazione, che c’hanno da ridire anche su quelli che vengono considerati i pochi momenti di diversità espressi in questa società, ma scusate un attimo: ma in cosa differiscono i tanti festival che si vedono in giro (e non ci riferiamo certo a quelli organizzati autonomamente da compagni!) che usano accezioni del tipo indipendenti o alternativi, rispetto ad una semplice serata in cui il consumo del prodotto, sia esso musicale, artistico, culinario e via dicendo, è la regola? Continued…

Posted in critica radicale.


Sardegna: contro le servitù militari

decimoDopo la manifestazione dell’11 giugno 2015 contro l’aeroporto militare di Decimomannu, abbiamo sentito alcuni compagni sardi per farci raccontare quella giornata e altre mobilitazioni contro le basi militari dell’ultimo periodo in Sardegna.

Per ulteriori informazioni: https://nobordersard.wordpress.com/

Ascolta su Radiocane.info

Posted in antimilitarismo, qui è altrove.


24 giugno, dj set

locandina

Posted in casa del popolo.


Cena benefit, inguaiati con la legge

cena

Di seguito alcune righe scritte dal compagno a cui andrà il benefit:

“I poliziotti non dicono mai addio. Sperano sempre di rivederti tra gli indiziati.” R. Chandler

In tempi “incerti” come questi in cui le situazioni di ingiustizia si riproducono come funghi capita talvolta che qualcuno dalla nausea non possa più contenere il disgusto che vede e magari apra bocca qualche volta di troppo, alzi la testa con una frequenza appena sopra la media, una quantità considerata eccessiva dal senso comune, figuriamoci da chi questo senso comune tende a conservarlo. Ci si trova messi al muro e additati con aggettivi iperbolici e parossistici.   Continued…

Posted in casa del popolo, repressione.