Skip to content


Tra il grillo parlante e le tensioni sociali

Exif_JPEG_PICTURE

Le ultime elezioni ci hanno mostrato un paese arrabbiato. Il dato sull’astensionismo ed il successo elettorale del movimento 5 stelle vanno infatti in questa direzione: le persone sono incazzate. Ed ecco che ha preso corpo il cosiddetto voto di protesta. Ma al tempo stesso, oltre che una rabbia diffusa, questa tornata elettorale ci mostra un paese molto confuso. Il “fenomeno” Grillo infatti – per noi proprio di fenomeno trattasi, visto che è un fatto caratteristico del nostro tempo che verrà riassorbito così come è esploso – in sé condensa una eterogeneità sociale accumunata solo dall’insofferenza alla struttura sociale. Se per alcuni gruppuscoli della sinistra ciò che il movimento 5 stelle crea è una buona situazione per riaffermare ed incendiare il conflitto, per noi è tutt’altro. La prima ovvietà sta proprio nell’eterogeneità di tale movimento: un’eterogeneità che dimostra che, per loro, le cause del malessere non sono nella struttura sociale in quanto tale, ma nella sua amministrazione, nei suoi amministratori. E qui entriamo nel nocciolo del discorso. Se fino all’altro ieri la giustizia dei giudici, della legge e della costituzione era diventata il vessillo del cambiamento sociale (progetto finalmente naufragato, come dimostra il fallimento della lista arancione), ora l’onestà è la parola attraverso la quale viene compiuto il discrimine tra buoni e cattivi, è il fine dell’azione politica. Perché, diciamocelo chiaro, al di là di ciò non è che si capisca molto bene i grillini che cazzo vogliono, se non, come detto, una nuova rettitudine nell’amministrazione della cosa pubblica.

Ma cosa si intende con onesto? Chi sono gli onesti?

L’onestà, a livello di significato, è di colui che si comporta con coscienza, dignità ed onorabilità. Per questa società infatti può esistere un imprenditore onesto, un politico onesto, uno sbirro onesto. Così come possono esistere per i grillini, che anzi si adoperano affinché ciò avvenga. Ma finanche nel momento in cui un imprenditore è onesto, non è sempre colui che, grazie alla schiavitù di altri uomini, accumula le proprie ricchezze? Anche nel momento in cui un politico è onesto, non è sempre un singolo o una minoranza che decide per tutti, a scapito di tutti? Anche nel momento in cui uno sbirro è onesto, non è sempre colui che esegue ed impone, con la forza e la violenza, la volontà del suo padrone? E così per tutte le categorie sociali che infatti sono condensate nell’eterogeneità del movimento 5 stelle. È ovvio, ma purtroppo non sembra poi così ovvio, che il problema risiede proprio nella conformazione stessa della struttura sociale e non nella mancanza di onestà di alcune sue componenti.

È la società che, così come è strutturata, è fondamentalmente iniqua, ingiusta, disonesta. Pertanto la rivoluzione del movimento 5 stelle, oltre che essere un insulto al valore del termine rivoluzione, altro non è che una cura rinvigorente della struttura sociale. Tra l’altro onestà ha la stessa radice etimologica di onore e se i primi sono onesti, i secondi sono onorevoli. Quindi, per questa società, i grillini si erano accasati in parlamento ed erano benvoluti, ancor prima dello stupore che essi mostrano in questi giorni nel vedere quell’ edificio, per noi, da abbattere. La rivoluzione del movimento 5 stelle è tale come lo era la rivoluzione keynesiana dei primi del novecento. La prima rinvigorisce il sistema da un punto di vista, diciamo, etico e di credibilità, la seconda da un punto di vista economico. Quindi dar l’impressione di cambiare tutto per non cambiare nulla, anzi.

La settimana seguente le elezioni è stata inoltre presentata la relazione sulla sicurezza dello Stato. Relazione in cui, con quattro banalità, vengono ridefiniti i nemici di sempre per lo Stato: criminalità organizzata, criminalità informatica (nuova, ma dovuto solo ai tempi), frange di ribelli, anarchici. Che tali siano le preoccupazioni per lo Stato non ci piove, almeno a detta loro. Ma preoccupazione ben maggiore sarebbe per loro che queste frange sappiano interpretare, comunicare, interagire, far scoppiare quel malessere confluito in gran parte nelle rettitudine dell’onestà grillina. Dove va a parare il nostro discorso? Il movimento 5 stelle non solo non è un cambiamento della società, ma è un suo consolidamento, perché la giustifica e le conferisce valore.  Lo Stato ed i suoi apparati, non solo non teme questo movimento, ma se ne usa per fare in modo che il malessere confluisca in soluzioni riformatrici e rinvigorenti per lo Stato stesso. Noi, i nemici dichiarati dello Stato, della sua onestà, del suo onore, dovremmo essere in grado di uscire da quell’isolamento con cui migliaia di arrabbiati non riescono ad entrare in contatto. Perché con questo isolamento favoriamo solo le sirene ammaliatrici, adesso per esempio, dell’onestà grillina. Isolamento dovuto sia alla volontà dello Stato di arginare un pericolo, sia alla mancanza di proposte da parte di compagni e compagne. Proposte non in senso lato, ma allettanti per tutti quelli che potrebbero essere nostri complici. Ed in questa confusione, tali proposte, sarebbero l’unico aspetto veramente rivoluzionario.

Posted in critica radicale.

Tagged with .