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SECONDINI LURIDI BASTARDI!

20 giugno. Erano conosciuti come i “monaci” perché portavano abiti larghi nei quali nascondevano gli strumenti per il pestaggio. Entravano nelle celle della sezione gialla (riservata ai collaboratori di giustizia) del carcere di Sulmona distribuendo botte e minacce. Adesso per cinque agenti di polizia penitenziaria del gruppo operativo mobile (Gom) si apre la strada dell’inchiesta giudiziaria. La decisione è maturata su richiesta dell’avvocato di parte civile Cinzia Simonetti, che difende un detenuto picchiato nell’ottobre 2007 con una mazza della scopa da uno dei cinque, Francesco Sciarotta, 45enne di Roma. Gli atti sono emersi dal verbale dell’interrogatorio svoltosi oggi a porte chiuse presso il tribunale di Sulmona, e dai quali sono venuti fuori, con nomi e cognomi, date e occasioni, le spedizioni punitive che gli agenti avevano compiuto contro i detenuti. I monaci arrivavano all’improvviso, bloccavano la visuale delle celle, in modo che all’esterno non si potesse vedere cosa accadeva dentro, e infliggevano la loro punizione ai detenuti. Non solo botte ma anche minacce. Ma non saranno certo i tribunali a fare giustizia.

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