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BUON LAVORO

24 giugno. Il secondo posto. E’ quello che occupa la provincia di Teramo nella classifica italiana sulle imprese fallite. Un trend che va avanti dal 2009, anno in cui è esplosa la crisi, e che viene confermato anche nell’ultimo biennio. Questi i dati. Nel  2012 sono aumentate le procedure concorsuali del 70%, di queste la maggior parte è rappresentata da fallimenti. Ben 208 le imprese fallite o in liquidazione nel primo trimestre del 2013 (il 16,2% in più). Tutto questo genera un dramma occupazionale: da 121 mila occupati si è passati a 119 mila nel 2012. Le persone in cerca di occupazione sono aumentate di 2100 unità, da 10.800 a 12.900, con il tasso di disoccupazione che passa dall’8,2% al 9,7%. Aumentano anche le ore di cassa integrazione: quelle autorizzate sono cresciute da 9 a 11 milioni (+22,3%), e, mentre quella ordinaria è in calo, quella straordinaria o in deroga aumenta da 5,3 a 8,2 milioni di ore.  Nel 2012 le iscrizioni di imprese alla Camera di Commercio sono state 2671, le cancellazioni 2843. Edilizia (419 chiusure nel 2012) e commercio risultano i due settori più colpiti, ma anche il manifatturiero, l’agricoltura e la ristorazione. A risentire di meno dei contraccolpi della crisi, sono le società di capitali, cresciute del 3%. A volerci dire che mentre noi ci affamiamo, i capitali si moltiplicano…

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