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Una lettera dal carcere di Pescara

Pubblichiamo questa lettera dal carcere di Pescara, dall’ultimo numero di Olga

Cari compagni/e, ora vi racconto cos’è successo nel carcere di Pescara la notte tra il 3 e il 4 dicembre 2013. Partiamo dall’inizio, e quindi è giusto informarvi che il lager di Pescara è un piccolo lager composto da 300 individui, di cui si e no 15 sono carcerati, gli altri sono semplicemente “individui” e soprattutto infami oppure leccaculi degli “omini blu”, per fortuna che qualcuno si salva ancora… ma giusto qualcuno, quindi immaginate che siamo in netto svantaggio.
Voi direte che in tutti i carceri ci sono persone indegne, ma qui credetemi è al di fuori del comune, siamo arrivati al punto che se un compagno viene mandato al 14bis, qui si dà ragione alle guardie! Vi rendete conto? E non vi dico altro… Comunque torniamo a quella famosa notte di dicembre, il carcere di Pescara è famoso per essere stato costruito su di una palude, e da queste parti tutti sanno che le sue “famose” celle d’isolamento (sotterranee) sono da anni allagate, questo perché questo bellissimo “hotel” è stato costruito sotto il livello del mare, o meglio in una vera e propria “fossa”. La notte in questione a Pescara è piovuto per tutta la notte e alle 4 del mattino nella mia cella c’erano già 30 cm d’acqua, alle 5 hanno deciso di aprirci e mandarci alla saletta del piano superiore. L’acqua ha continuato ad innalzarsi fino a raggiungere il metro… “ovviamente” avendo una sezione chiusa, molti si sono arrangiati a dormire da compagni o per terra, e dopo due giorni sono iniziati alcuni trasferimenti… non sto qui a dirvi che ho visto con i miei occhi “individui” che per non partire hanno baciato le mani ai brigadieri!!! (ora capite dove sto rinchiuso?) ma tralasciamo queste schifezze, dopo 20 giorni quando molti di noi si erano ormai sistemati, ci hanno ordinato di riscendere al piano terra, senza prima disinfestare la sezione, tenendo in considerazione che quel metro d’acqua era acqua di fogna… ognuno come ha potuto si è arrangiato a pulire con
un idrante e prodotti acquistati da noi stessi, senza parlare del muro che ovviamente ora è pieno di muffa e di una lanetta bianca che stiamo respirando… ma ancora una volta non c’è che dire!
Per loro e non parlo solo degli “omini blu”, la sezione è agibile… beh ora vi saluto, ringraziandovi per quello che fate per noi detenuti/e, e libertà per tutti i compagni accusati di terrorismo, Ivano.
Pescara febbraio 2014
Ivano Matticoli Via S. Donato 2 – 65129 Pescara

Posted in anticarceraria.