Skip to content


CI HANNO AVVELENATO

26 marzo. Se mai ce ne fosse stato bisogno per capire che siamo continuamente minacciati dalle nocività che questo sistema produce, oggi è stata depositata la relazione dell’istituto superiore di sanità sulle analisi del 2007, in cui si afferma, senza mezzi termini, che la discarica di Bussi ha prodotto negli anni sostanze tossiche e pericoli per la salute. Ed inoltre alle persone (circa 700mila quelle coinvolte!) non è stata mai data notizia di ciò.  «L’acqua contaminata da sostanze di accertata tossicità è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700 mila consumatori, senza limitazioni d’uso e di controllo anche per fasce a rischio di popolazione, utenze sensibili come scuole e ospedali». E’ un macigno la relazione dell’Istituto superiore della sanità (Iss), 70 pagine in cui per la prima volta i veleni di Bussi, i 25 ettari di terreno contaminati scoperti dalla Forestale nel 2007, vengono scandagliati, analizzati scientificamente e le acque contaminate dalla discarica di Bussi vengono messe in relazione con «la pericolosità per la salute umana». La relazione del 30 gennaio 2014, basata sui risultati delle analisi dell’acqua campionata nel 2007, è stata depositata durante il processo di Bussi in Corte d’Assise a Chieti contro ex vertici e amministratori della Montedison finiti alla sbarra con l’accusa di aver avvelenato le acque. In un processo simile sono accusati, per gli stessi motivi, anche sette vertici di Solvay. «Acqua contaminata per 700 mila, ospedali e scuole». Il documento parte dalla definizione generale di «pericolosità per la salute», illustra i dati di riferimento, un mare magnum di dati Arta e della Forestale, di campioni prelevati dai pozzi Sant’Angelo, dalle fontane pubbliche di Torre de’ Passeri e in corso Umberto a Pescara, poi a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli per arrivare, dopo una disamina delle sostanze, alle conclusioni su rischi per la salute. In un punto, i tecnici sottolineano: «La serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando così un pericolo reale e concreto per la salute». Poi, i consulenti continuano: «Ai consumatori delle acque è anche mancata ogni informazione rispetto ai potenziali rischi per la salute associati al consumo di tali acque e a cui pertanto era preclusa la possibilità di adottare misure specifiche di prevenzione e mitigazione di tali rischi». Un quadro allarmante che dalla salute passa attraverso «il rischio ambientale», in cui la parola chiave diventa «molteplicità delle sostanze tossiche riscontrate» e in cui sfila la storia chimica e scientifica della bomba ecologica, la più grande d’Europa. «Mancata ogni informazione sul rischio per la salute». «La protezione della salute umana dai rischi derivanti dalla contaminazione delle acque, poggia su principi scientifici e pratiche gestionali da tempo consolidate anche sul piano normativo», scrivono a un tratto i due consulenti nella premessa passando, poi, in rassegna i danni che derivano dalle sostanze scoperte nel sito. Il cloruro di vinile? «E’ un noto agente cancerogeno nell’animale e nell’uomo», scrivono. Il tricloroetilene? «E’ chiaramente cancerogeno negli animali», dicono parlando, poi, del cloroformio e di altre sostanze riscontrandone quantità e livelli oltre i limiti di legge e concludendo: «La qualità e la protezione della risorsa di origine è stata indiscutibilmente compromessa» e, quindi, che «del significativo rischio non è stata data comunicazione ai consumatori che non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli» e aggiungendo pure che la relazione ha preso in esame «una minima dello scenario di rischio a cui i consumatori sono stati esposti».

Ecco la relazione dell’Istituto superiore di sanità in versione integrale

Posted in brevi locali.

Tagged with .