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UNA BELLA BOCCATA D’ARIA

30 marzo.   Tracce elevatissime di sostanze tossiche e cancerogene come benzene, toluene e furani sono state rilevate in un particolare tipo di polline presente sulle conifere tra Lanciano e Treglio. È la scoperta shock sulla qualità dell’aria in provincia, già fortemente compromessa secondo alcuni studi della Regione e dell’istituto Mario Negri Sud. Le analisi sono state affidate al laboratorio di un istituto privato laziale e i risultati sono appena arrivati. I precedenti. L’allarme è scattato nel 2010 con la pubblicazione dello studio affidato dalla Provincia al Negri Sud. Secondo quell’indagine, l’aria che si respira tra Lanciano e Treglio, e in generale nella fascia costiera della provincia, oscilla tra 1 e 2 su una scala di valori che arriva fino a 7, dove 7 equivale a qualità eccellente e 1 a pessima. La pioggia gialla. Nel 2010 è stato notato un fenomeno particolare nelle zone appena fuori la città: via per Treglio, via Bergamo, il quartiere Santa Rita e la zona industriale di Treglio. I residenti si erano imbattuti in una sorta di pioggia di una sostanza giallo ocra, con puntini grandi come una capocchia di spillo, difficili da lavare e anche da prelevare per eventuali analisi. La stessa polvere viene notata anche oggi in prossimità di centrali a biomasse come quella di Poggiofiorito, impianto che produce pellets per stufe e biocombustibili. I pollini. L’utilizzo dei pollini per studiare la qualità dell’aria viene ampiamente utilizzato dalla Scienza chiamata “Aerobiologia”, studio della componente di origine biologica aerodispersa. L’obiettivo dello studio era la ricerca di particelle responsabili di patologie che incidono sulla nostra salute, sulle colture e sul patrimonio artistico. Il polline di alcune conifere che fioriscono tra ottobre e novembre si sviluppano a un’altezza media che varia tra il metro e mezzo e i dieci metri, valore intermedio dell’aria che respiriamo. Il polline si sviluppa in pochi giorni, ecco perché è così importante capire quali sono gli inquinanti che sono stati assorbiti nella breve vita di questa sostanza organica. Gli inquinanti. I risultati shock parlano chiaro: in questa materia sono presenti diverse sostanze tossiche, cancerogene e mutagene tra cui benzene, toluene, furani, con picchi elevatissimi di benzoghiperilene e di drieldin, un potente insetticida in uso fino agli anni ’60 in concorrenza col Ddt, ma che viene usato nel Nord Africa e in Tunisia che sono alcune zone da dove arriva parte della sansa utilizzata anche nel nostro territorio. Il drieldin è correlato all’insorgere del Parkinson, del cancro, di danni al sistema immunitario e riproduttivo.

 

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