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Comunicati dal Campetto Occupato

sfondoRiproponiamo i Comunicati usciti a firma “Campetto Occupato” di Giulianova negli ultimi tre mesi. Da oggi, in questo blog, vi sarà una categoria apposita dedicata al Campetto in cui verranno riportati i comunicati e quant’altro inerente lo spazio occupato a Giulianova

 

PIU’ FORTI DI PRIMA, PIU’ FORTI DI TUTTO!

Da otto mesi a Giulianova esiste uno spazio occupato ed autogestito che è una ricchezza per tutto il territorio provinciale e non solo. Per come abbiamo impostato il Campetto Occupato, molte volte abbiamo dovuto fare i conti con tutte le difficoltà e le contraddizioni che la realtà pone e propone. Ne abbiamo dovuto fare i conti perché il nostro spazio sociale è uno spazio aperto verso queste contraddizioni che cerca poi di mutarle verso cambiamenti radicali della realtà. Tra le cose con cui abbiamo dovuto fare i conti ci son stati anche tutta una serie di sfregi e dispettucci che non abbiamo mai resi pubblici. Un po’ perché, come detto, ce li mettevamo in conto. Un po’ per non cadere e scadere in uno sterile vittimismo.
Negli ultimi dieci giorni però si son verificati tre episodi che, per i tempi ravvicinati con cui sono avvenuti e per i modi, danno dei segnali di una certa gravità. Venerdì 23 settembre infatti, qualcuno si è introdotto di notte al Campetto, strappando bandiere e striscioni, e incendiando il tutto fuori il cancello dello spazio. A distanza di cinque giorni, stavolta un gruppo di persone (e si può dire che sicuramente erano diverse persone per quel che hanno fatto) è nuovamente entrato al Campetto. Stavolta si è ripetuta la scena della scorsa volta con bandiere e striscioni strappati ed incendiati fuori il recinto, in più son stati portati via degli oggetti e, soprattutto, è stato ricoperto con vernice grigia tutto il murales esterno. Per di più, nei pressi del Campetto, è stato ritrovato un adesivo fascista attaccato ad uno stop, che tra le immagini non riportiamo per decenza. A distanza di soli tre giorni, poi, si è ripetuta la stessa scena: bandiere strappate, oggetti portati via o sparsi ovunque e, stavolta, abbian trovato anche un tondino di ferro avvolto col del nastro isolante nero, usato a mo’ di mazza. Questi avvenimenti devono essere un monito che tutto ciò che si conquista nel terreno della conflittualità sociale, dell’autonomia e dell’autogestione va difeso con le unghie e con i denti. E ci servirà per intraprendere con ancor più convinzione tutti i percorsi di lotta che stiamo portando avanti. Per questo, le iniziative che già erano in programma al Campetto: la cena di venerdì 7 (https://www.facebook.com/events/535…) ed il documentario del 14 (https://www.facebook.com/events/202…), saranno l’occasione per incontrarsi, parlare, discutere e per uscirne più forti. Perché se chi ci ha fatto questi sfregi pensava minimamente di intimorirci, ha sbagliato di grosso! Anzi, ha ottenuto l’effetto contrario. Perché ci ha solo fatto aumentare la convinzione e la rabbia. E ne usciamo più forti di prima, più forti di tutto!
4 OTTOBRE 2016
danni
… E CHI PARLA PARLA, ALLA FINE RESTA ZITTO!
Le ultime settimane il Campetto è stato più volte tirato in ballo dai media locali, con riferimenti più o meno velati a noi ed a quel che facciamo (con una sequenza indescrivibile di falsità), ed è stata resa pubblica la raccolta di firme che il quartiere sta facendo contro il nostro spazio sociale. Non è certo nostro interesse rispondere ai giornalisti.
Discorso diverso invece riguarda gli abitanti del quartiere con cui abbiamo sempre cercato di mantenere un rapporto di reciproco rispetto. A tal riguardo per martedì scorso avevamo indetto un’assemblea di quartiere in un bar (che ringraziamo per l’ospitalità) per favorire l’afflusso delle persone e per cercare di chiarirsi. Per fare in modo che il dialogo fosse esclusivamente tra gli interessati, ovvero noi e gli abitanti del quartiere, abbiamo pubblicizzato l’assemblea solo in quartiere, con volantini casa per casa. E così evitare che qualche sciacallo si presentasse e, allo stesso tempo, fare in modo che chiunque in quartiere lo sapesse. All’assemblea, a parte noi e qualche abitante “simpatizzante”, non si è presentato nessuno. Peccato!
Noi siamo abituati a parlarci in faccia e pensiamo che questa sia stata un’occasione persa per tutti. Semplicemente non dovevamo né scusarci di nulla, né giustificarci di cose che non ci riguardano e su non stiamo neanche a sindacare, salvo il discorso sull’eroina, il cui consumo osteggiamo pubblicamente. collage-chi-parlaChi non si è presentato all’assemblea ha perso la possibilità di dirci quel che secondo lui o lei non andava, e cercare di trovare insieme delle soluzioni. Se questa assenza da parte del quartiere fosse dovuta all’indifferenza, non sarebbe un problema. Perché sarebbe un’implicita accettazione (nell’indifferenza certo…. ma ne siamo abituati) della nostra presenza e del nostro agire. Ma se l’assenza di molti, anche di coloro che stanno raccogliendo firme contro di noi, anche di coloro che stanno fissando incontri con la proprietà, anche di coloro che portano le loro lamentele alle istituzioni, se la loro assenza fosse dovuta ad una netta volontà di marcare le distanze… bene il messaggio sarebbe chiaro! Da parte nostra sappiamo che il passo l’abbiamo fatto. Chiunque voglia parlarci, in quartiere, sa dove trovarci. Ma chi pensa che delle sciocchezzuole (come d’altronde sono le problematiche che ci hanno additato, salvo falsità), si risolvano cercando di farci terra bruciata intorno si sbaglia di grosso. Perché chi gioca sporco, come chi continua a farci degli sfregi ed altri piccoli dispettucci, prima o poi si sgama e… chi parla parla, alla fine resta zitto!
24 SETTEMBRE 2016
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MENZOGNE, SCIACALLI E LA STORIA DI UNA TRE GIORNI
Nell’ultimo fine settimana al Campetto Occupato è stata organizzata una tre giorni contro le frontiere, il razzismo e la repressione. Siamo molto soddisfatti di come è andata. Centinaia di persone han affollato il nostro spazio sociale in questi tre giorni, vi han campeggiato, si son confrontate, si son divertite, han partecipato a delle iniziative con contenuti radicali rispetto al sistema dominante. sera-concertoIl venerdì è stato presentato “Sanzves e Manganel”, su come Predappio sta diventando la “mecca” del fascismo…nostrano. In serata ci son stati gli Allamanù che, ringraziandoli di cuore, hanno allietato la giornata con la loro musica popolare. La domenica c’è stato il mercatino dell’autoproduzione con l’accompagnamento della nostra amica e compagna Francesca, sempre più brava nell’espressioni della sua chitarra e nel cantare le sue melodie da cantautrice.
Il sabato ce lo siamo tenuti per ultimo, perché merita qualche discorso in più anche in relazione alle menzogne ed alle infamie uscite sui giornali locali. In mattinata, circa venticinque compagni e compagne infatti, han percorso le vie cittadine (sia al lido che al paese) dietro lo striscione “CONTRO RAZZISMO E REPRESSIONE”, distribuendo il volantino che alleghiamo e parlando al megafono con i passanti ed il resto della popolazione incontrata per strada. 14237513_10209877459124322_1484204201301587974_nPer strada sì! Perché sabato mattina le strade che abbiam voluto ce le siamo riprese, checché ne dica la giornalista per cui siam stati fermati dai carabinieri… Macché! Ci siam fatti il lungomare, il corso del lido, abbiam bloccato la nazionale per un po’ all’altezza della stazione e poi ancora in corteo per il corso del paese. Senza nessuno che ci dicesse che fare o dove andare. Abbiam fatto quel che abbiam voluto. Deciso collettivamente e con la responsabilità di tutti e tutte e non come ci vogliono far credere i giornalisti sotto una fantomatica guida di un organizzatore (contro cui sarebbe partita una denuncia, dicono…), organizzatore che non c’è e non abbiamo mai avuto. Dal pomeriggio poi ci son stati una decina di gruppi, che ringraziamo tutti di cuore, che si son esibiti sul palco allestito per l’occasione al Campetto. A proposito di questo concerto un altro articolo infamante è uscito sui giornali riguardo al fatto che i residenti non glie la fanno più a sopportarci, che portiamo lo schifo e tutta una serie di amenità che potete immaginare. Facciamo così: è vero! E’ vero, sabato sera abbiamo fatto un po’ di casino e, probabilmente, è stato arrecato fastidio a molti abitanti del quartiere. Ma è anche vero che è stata l’unica volta in questi mesi che ciò è avvenuto e, non è assolutamente vero, che stiamo riducendo il quartiere ad una latrina come si afferma nell’articolo di giornale. Le attività infatti che stiamo portando avanti sono sotto gli occhi di tutti, e non abbiamo bisogno di starle ad enunciare. E per tutte queste iniziative, per l’attività solidale, per il costante rapporto che abbiamo avuto con la popolazione, mai son state spese due righe su un giornale, e non è che ce ne importi più di tanto, tra l’altro.
Perché per noi, parla tutto quel che abbiamo fatto in questi mesi. E chi fa affermazioni a nostro riguardo, come quelle riportate dall’articolo di giornale, o è in malafede o vuole fare una speculazione politica, visto che poi tira in ballo istituzioni ed enti in opposizione al Campetto Occupato. Quel che c’ha sempre contraddistinto, anche nel rapporto col quartiere, è stato ed è il rispetto e la sincerità. L’abbiamo detto: sabato è stato fatto un po’ di casino, ma è stata l’unica occasione in tutti questi mesi. Chi usa questo pretesto per enunciare una serie di menzogne ed infamie (giornalisti o abitanti che siano) è uno sciacallo. E noi con gli sciacalli non andiamo d’accordo….
7 SETTEMBRE 2016
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CONTRO LE LORO SPORCHE PROVOCAZIONI!
Sabato 20 c’è stata una bella iniziativa al Campetto Occupato. L’ennesima. È stato presentato un fumetto su Renato Biagetti, compagno ammazzato dieci anni, a cui è seguito un sentito dibattito a cui hanno partecipato molti compagni e compagne e molti ragazzi e ragazze venuti per l’occasione. Ci siam emozionati alle parole di Rosa, mamma di Dax, compagno ammazzato nel 2003 a Milano, ed abbiam riflettuto collettivamente sul pericolo fascista, insito nelle nostre società, e sulle derive razziste che vari contesti sociali stan sempre più prendendo. Poi vi è stato il concerto hip-hop di diversi ragazzi giunti da varie parti dell’Abruzzo e delle Marche ed è stato fatto un murales per Dax. Non prima di aver cenato anche grazie ai prodotti che l’orto del Campetto ci sta dando.
Unica nota stonata della serata è stato l’atteggiamento provocatorio delle forze dell’ordine. Se infatti il passare in continuazione con la volante od in borghese fuori il posto occupato è consuetudine, soprattutto durante le iniziative, discorso a parte merita l’atteggiamento dei carabinieri sabato scorso. Fin dal pomeriggio, infatti, la volante stazionava in lunghe pause fuori l’ingresso del Campetto, arrivando una volta, i due carabinieri, anche a scendere dall’auto ed iniziare in una serie di provocazioni sulle auto in sosta e via discorrendo per infastidire i compagni ed i vicini, tirati in ballo per come erano parcheggiate le macchine. Ma durante la serata, oltre il continuo via vai della volante fuori il posto, in una circostanza la volante si è fermata per quasi un’ora, con le luci blu accese, fuori l’ingresso del nostro spazio sociale. Queste miserabili provocazioni le respingiamo al mittente. Un mittente a cui forse da sempre più fastidio il clima di simpatia che si diffonde nei nostri confronti. A cui danno sempre più fastidio tutte le iniziative che facciamo, con sempre più costanza ed efficacia. Dal canto nostro ribadiamo che queste miserabili provocazioni non fanno altro che convincerci di essere nel giusto. Non fanno altro che mostrare a chiunque, che il potere e chi controlla, di certe tematiche e di certe pratiche ha paura. Che la libertà di cui tanto parlano i governati, in realtà, è solo uno specchietto per le allodole dietro cui sciacquarsi la faccia. Perché laddove la libertà e la giustizia sociale si cerca di praticarla veramente, il potere usa l’unica arma con cui riesce a garantirsi il privilegio: la repressione!
CAMPETTO OCCUPATO – GUAI A CHI CI TOCCA!
23 AGOSTO 2016
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