A ferragosto, una trentina di compagni hanno fatto un presidio di solidarietà fuori il carcere di Teramo. Sfidando le assurde disposizioni della Questura di Teramo (che abbiamo pubblicato nei giorni passati), i solidali si son messi in un luogo diverso rispetto a quello imposto dalle guardie (in cui non ci sarebbe stata alcuna comunicazione ed alcun contatto con i detenuti). Non rispettando le imposizioni della Questura, si è riusciti invece a comunicare con i carcerati, esprimere loro solidarietà, ascoltare le loro problematiche, parlarne dei drammi del carcere, della violenza della sua esistenza. Si è riusciti a fargli sentire per un paio d’ore un po’ di musica, fare capire a tutti loro che non sono soli. Che in un giorno come il ferragosto, un giorno ancor piu’ triste per chi è recluso, c’è stato chi ha preferito passarlo con loro. A fine presidio, con gran parte dei detenuti, con le mani protese all’esterno delle sbarre alle finestre, che salutava e ringraziava i solidali, fuochi d’artificio son stati la promessa e l’impegno che i carcerati non verranno mai lasciati soli. Col cuore in gola nel vedere, in una calda giornata di ferragosto, decine di braccia stringere i pugni e salutarci da delle sbarre di un carcere. Col sangue agli occhi nel volere, ieri come sempre, strutture come le carceri, distrutte. E con esse il sistema di dominio che sfrutta e reprime.
Due giorni prima del presidio due compagni sono stati fermati ed identificati fuori il carcere di Teramo. Qualche istante dopo che erano arrivati, una pattuglia di carabinieri che casualmente, ma proprio casualmente…, passava di là, li ha fermati ed identificati.
Una piccola nota lieta della serata é che mentre i compagni venivano fermati e controllati, dalle finestre del carcere diversi detenuti urlavano SBIRRI MERDE, ed altri simpatici appellativi contro i carabinieri.
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