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La pacchia è finita lo diciamo noi!

Mercoledì 20 febbraio, come in tante altre piazze in Italia, anche a Giulianova viene fatto un presidio in contemporanea con altri, in solidarietà agli arresti di Torino, a quelli trentini e contro le politiche razziste e reazionarie che stanno prendendo sempre più piede.
A Giulianova, non essendoci una sede della Lega, si sceglie di stare in Piazza della Libertà, la piazza principale del paese, laddove il rappresentante leghista locale ha la sua attività (un bar) e dove Salvini ha fatto il suo comizio, contestato, qualche settimana prima. Proprio in quell’occasione il leghista locale disse al ministro dell’odio che Giulianova era rinomata per essere un luogo resistente, di riottosi al potere ed alle leggi, mettendo, in cima alla lista degli obiettivi per le prossime amministrative, proprio noi compagni e compagne.
La presenza in quella piazza, dunque, non è per nulla ovvia, anzi, si sta lì apposta!
Già un paio d’ore prima del presidio, però, la piazza è presidiata da un blindato della celere e da diversi uomini del reparto mobile dei carabinieri. Poi, quest’ultimi andranno a presidiare la sede dei 5 stelle al lido (già oggetto di attenzioni qualche tempo fa da parte di qualche anonimo), mentre la polizia si sistemerà lì dietro un angolo della piazza, dove rimangono solo un bel po’ di agenti in borghese.
Nel frattempo, fuori la Casa del Popolo, viene affisso lo striscione in solidarietà con gli arrestati e le arrestate torinesi e trentini, che recita:
DA TRENTO A TORINO
SANGUE DEL NOSTRO SANGUE
NOSTRI COMPAGNI, NOSTRE BATTAGLIE.
TUTTI LIBERI!
In piazza poi si arriva verso le sei, tra chi viene e chi va siamo quasi una quarantina di persone. Non solo compagni e compagne anarchici/he, ma anche solidali venuti a portare solidarietà agli arrestati ed alle arrestate.
In piazza si monta l’impianto, si mette Radio Blackout in collegamento con le altre piazze, si fanno interventi locali. Si parla della storia di quella piazza, delle battaglie di Resistenza che lì vi sono state. Del clima che c’è oggi, che ci vorrebbe intimorire, ma non ci riuscirà. Che la paura è il mezzo che maggiormente usano per tenerci sottomessi. Si sta in piazza anche per quello: per dire che paura non ne abbiamo e che reagiamo, per i nostri compagni e compagne ed anche per noi stessi. Si parla dello schifo che si è respirato durante tutta la campagna elettorale che c’è stata per le recenti elezioni regionali e si legge il comunicato di chi ci sarebbe voluto essere, ma non poteva. Il leghista locale, nel frattempo, per il presidio, aveva chiuso cancello e porta del suo bar, e proprio sul suo recinto viene affisso lo striscione in solidarietà all’Asilo Occupato.
Dopo un paio d’ore di presidio, si va insieme, per un piccolo corteo, in direzione del Campetto occupato. Proprio durante tale tragitto chiama la radio torinese per il nostro intervento, che spesso viene sovrastato dai cori che si sentono durante la passeggiata. E ciò speriamo abbia contribuito a dar ancor più calore anche agli altri compagni e compagne in presidio.
In particolar modo a quelli di Torino ed ai Trentini, a cui va, in questi momenti, il nostro principale pensiero. Oltre che la rabbia contro i nostri aguzzini e l’impegno di continuare, con ancor più determinazione, le nostre lotte.

Posted in antifascismo, antirazzismo, qui è altrove.