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Sentenza per il corteo No Snam di Sulmona

Il prossimo 10 dicembre a Sulmona vi sarà un’altra udienza contro due compagni per il corteo di un anno e mezzo fa nella città ovidiana contro la centrale Snam.
Probabilmente sarà l’ultima udienza, perché, a quanto pare, vogliono andare subito a sentenza.
Ricordiamo i fatti: a fine corteo un numero spropositato di guardie si lancia su un compagno, afferrandolo con forza, con la scusa dei documenti. La risposta della piazza, di parte di essa, é decisa e nasce qualche scaramuccia con la celere.
Il compagno verrà poi denunciato per resistenza, insieme ad un altro accorso in suo aiuto come tanti altri.
Il processo sarà per tali questioni.
Ai due, inoltre, verranno fin da subito dati dei fogli di via da Sulmona per la durata di tre anni.
Fin dal primo momento, però, abbiamo notato indifferenza e fastidio da parte di situazioni territoriali, in particolar modo da parte dei cosiddetti “movimenti ambientalisti”, nei confronti di tale situazione.
Ci ricordiamo bene, ad esempio, le parole di infamia dette dal palco, disconoscendo i compagni che si fronteggiavano con le guardie a fine di quel corteo.
Ci ricordiamo molto bene l’atteggiamento osteggiate da parte di alcuni professoroni dell’ambientalismo nei confronti nostri e delle nostre realtà, arrivando ad usare mezzucci ed ad “invitare” ragazzi più giovani a non frequentarci.
Ricordiamo anche l’indifferenza nei confronti di tale processo, nonostante nell’ultimo anno e mezzo le abbiamo tentate tutte per spiegarla e per cercare di costruire percorsi di lotta…
Ma niente!
Ed é per questo che oggi usciamo con questo scritto e non l’abbiamo mai fatto prima.
Perché avevamo la speranza, e forse l’illusione, che tale situazione servisse per fare crescere la solidarietà e le considerazioni tra le parti in campo. Che aprisse dei varchi, nei dibattiti e nelle pratiche.
Che creasse complicità e rinnovate voglie di lottare…
Ma niente!
Silenzio, da parte dei più, come se niente fosse.
E tali parole non sono per noi, ma anche per lo sviluppo della lotta.
Perché qualora il progetto Snam dovesse andare avanti (come pare andare), situazioni come quelle vissute alla fine del corteo di Sulmona, saranno, se vi sarà una lotta, all’ordine del giorno.
Allora lí, sarà più difficile fare finta di niente o voltarsi dall’altra parte, come sta avvenendo adesso.
E ci auguriamo che ciò non avvenga e che non si perda un’altra occasione di lottare e di parlare della violenza di chi vuole imporre progetti distruttivi.
Come l’occasione che si sta perdendo per questo processo.
Come la solidarietà che non deve mai mancare, a prescindere da diverse vedute, nelle lotte e nella repressione.

Gli imputati
Sempre a testa alta

Posted in nocività, repressione.