Durante la settimana, una sessantina di rifugiati ospitati in una struttura a Campli (Te), sono scesi per strada nella cittadina farnese per protestare per le condizioni in cui vivono. Nello specifico lamentavano il fatto di volere le 2,5 euro al giorno che spetta loro, in soldi, piuttosto che in ricariche telefoniche. Protestavano per il cibo scadente che gli veniva fornito, il fatto di essere in troppi nelle camerate, problemi con i vestiti e con la connessione wi-fi.
Immaginate un po’ tutti, il coro di sdegno che si è alzato per questa protesta.
“Come” han borbottato più o meno pubblicamente molti cittadini “gli viene dato da mangiare, bere, da dormire, ricariche e non gli basta? Anche il wi-fi?”
“E noi italiani, che non ci viene dato un cazzo?!?” Sempre il vociferare che si è sentito, riguardo alla protesta dei rifugiati a Campli.
Partiamo da una prima considerazione: fa un po’ strano sentire, leggere tutte queste italianissime lamentele contro i rifugiati, espresse, urlate, biascicate tra un selfie in salento, pubblicità di eventi estivi e brodetti di pesce. Perché forse qualcosa da mangiare ce l’avete anche voi, e forse non solo quello. Ma lasciamo perdere. Lasciamo perdere la solita lezioncina che potremmo fare a chi ruba risorse a popolazioni che vengono qua per sopravvivere. Lasciamo perdere, stavolta.
Perché vogliamo un attimo ragionare sulle richieste che hanno fatto i rifugiati. Continued…
BREVI LOCALI
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