di Daniele Pepino – 1 dicembre 2014
Una raccolta dei due articoli, leggermente rivisti, è ora disponibile anche in un opuscolo appena stampato: “Nell’occhio del ciclone. La resistenza curda tra guerra e rivoluzione“, edizioni Tabor (a fianco la quarta dell’opuscolo)
Nella prima “puntata” di questo scritto (reperibile sul precedente numero di Nunatak, oltre che su su f(r)eccia), abbiamo cercato di affrontare il conflitto in atto nel Kurdistan attraverso una panoramica delle forze in campo: chi sono, cosa rappresentano, quali identità e progettualità incarnano (nel tentativo di diradare le nebbie del confusionismo mediatico dominante).
In questa seconda parte, proveremo ad addentrarci nella regione del Rojava (o Kurdistan occidentale, Siria del Nord) per esplorare i sentieri di quell’autonomia popolare che sta resistendo malgrado tutto – malgrado la guerra, l’assedio dell’IS, l’embargo, l’isolamento – e che rappresenta una forza di rottura rilevante sia da un punto di vista militare (in quanto principale baluardo contro l’avanzata dello Stato Islamico), sia sul piano politico (in quanto radicale e concreta alternativa all’inferno fratricida a cui sembra essere condannato il Medio Oriente).
Avremmo preferito concentrarci esclusivamente sulle forme organizzative della rivoluzione in Rojava, ma la gravità degli ultimi accadimenti sul campo impone d’essere affrontata. Perciò, pur nella difficoltà di fissare fatti di cronaca che vanno evolvendosi giorno dopo giorno, abbiamo aggiunto al fondo una breve scheda di inquadramento sull’assedio e la resistenza in corso a Kobane. Continued…
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