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Lettera dal carcere di Lanciano

Lettera giunta dopo il presidio al carcere di Lanciano:

Carissimi amici, siamo i detenuti di Lanciano dove l’altra sera avete inscenato il vostro dissenso verso il regime opprimente del carcere. Ve ne siamo molto grati, rinforzando le nostre idee di vivere ed espiare le proprie pene in celle piccole, anguste, dove perdi dignità fin a respirare il respiro di chi condivide forzatamente questa sofferenza, annullando ogni dignità di ogni singolo essere umano, sprofondando nella sofferenza. Che ingiustizia, che vergogna, vivendo in una nazione colpevolista, fatta da politici corrotti, che predicano bene e razzolano male. Ma dov’è il senso di giustizia, dov’è un atto di clemenza, dove questa nazione è contro la pena di morte, ma fa morire in carcere di morte di pena tanti disperati ai quali gli hanno tolto la libertà e i propri cari a proprio piacimento solo per il gusto e sentirsi al di sopra della gente, la quale vive per poter sopravvivere, mentre loro rubano e festeggiano con i danari del proprio popolo. Che vergogna…
Tutto questo solo per il business dello Stato accattone in cui viviamo. Non è possibile essere ciechi di fronte a questa assurdità che il paese e i politici italiani nascondono con le loro menzogne. Mi vergogno di essere italiano. Io che sto scrivendo è la prima volta che mi trovo in un contesto simile, non avendo mai avuti reati, eppure sono qua essendo un numero, una nullità per loro. In questo posto non c’è modo di inserirsi, perché non offrono nulla, ricoprendoci di menzogne e cattiverie sotto minacce di rapporti e segnalazioni. Ma dov’è il presidente della repubblica? Dov’è il papa? Loro dovrebbero essere gli artefici con le loro parole, con il loro potere di abbattere questo muro di indifferenza, ridando dignità a chi ha perso il proprio sorriso e i propri cari. Bisogna abbattere questa dittatura che in Italia vige, coprendosi di vergogna e infangando ogni singola persona.
Qui vige l’oppressione, il disagio, la vergogna. Non essendoci operatori all’altezza della situazione è come remare in una barca senza meta. Ma dov’è il senso di giustizia, il tendere la mano a chi è caduto ed è pronto a rialzarsi?
A volte guardando dalle finestre sbarrate ci rendiamo conto che la società che è la fuori è molto più criminale di noi.
In questo contesto carcerario una volta entrato è come aver varcato le porte dell’inferno, dove ti rubano ogni tuo piccolo avere, speranza, dignità e affetti famigliari. Vergognatevi!
Sono sanguisughe spolpando su ogni detenuto fiumi di soldi nel potersi comprare da mangiare facendo lievitare i prezzi a proprio piacimento. Questo è il regime carcerario, senza regole, dove la vigilanza di chi dovrebbe fare il proprio dovere latita, percependo i loro stipendi senza fare nulla, come lo stato politico che ci governa. Ma ci sarà un giorno, un tempo in cui chi ci ha giudicati verranno giudicati, dall’unica giustizia, quella divina.
Abbiamo un capo di stato che ha 92 anni, non ha libertà di parola, non potendo decidere il da farsi. È solo un manichino da poter maneggiare a proprio piacimento, mentre la gente, o presente colpevole o colpevole, si ammazza dalla vergogna in una cella. Ma dov’è lo stato, dove sono i diritti umani verso qualcuno che ha sbagliato ed è pronto a riprendersi ciò che gli è stato tolto, con giudizi affrettati, ingiusti pur di ricoprirsi di potere chi veste una tunica da giustiziere. Ma sono loro il marcio, la vergogna di questo stato infame, con false ideologie dove la propria vergogna supera ogni dignità che loro non hanno. Meschini vergognosi schiavi del sistema e politica che in italia è solo dittatura mascherata.
Ci vuole coraggio, ci vuole un atto di clemenza. Bisogna ripudiare la sete di potere dell’indifferenza in cui si travestono chi di potere vive.
In questo carcere ci sono tanti casi in cui ci vuole coraggio tenerli ancora qua, spogliandoli fino alla fine della propria dignità. Bisogna viverci dentro a questa situazione per poter avere la realtà delle condizioni invivibili che affronta ogni detenuto, deriso, umiliato nonostante già sta pagando la sua pena ingiusta, mettendoci gli interessi lontano dai propri affetti famigliari, annullando ogni piccola speranza.
Come si può essere così avidi, indifferenti, di fronte a tutto questo. Questo è lo stato italiano, la sua costituzione è basata su corruzione e appropriarsi su tutto ciò che il popolo passa, per far si che loro posano rubare essendo immuni a qualsiasi rinvio a giudizio.

Io e i miei amici rinchiusi in questo carcere di Lanciano, speriamo in una pubblicazione di questo testo, essendo la verità della vita che si vive in questo posto.

Vi faccio presente che uno di noi è di Catania e sta in questo posto da due anni non potendo fare colloqui con i propri famigliari.

Avendo fatto richiesta al Dap senza mai aver alcuna risposta, in quanto mi dicono per motivi di sicurezza non mi trasferiscono.

Vorrei solo precisare che gli animali vengono trattati meglio di noi, avendo noi in 2 una cella di solo 2,5 mq. Questa è la realtà dove viviamo, vergogna stato italiano.

Cari amici vi saluto aspettando una vostra risposta.

W la libertà.

Con osservanza
lettera firmata

Se è possibile questo testo potrebbe arrivare pubblicandolo alla corte dei diritti dell’uomo.
A Presto!

Posted in anticarceraria.