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Assolti

Sono stati assolti, nel procedimento che li vedeva imputati, i compagni che circa tre anni fa impedirono alla Lega Nord di fare un corteo ad Alba Adriatica. Tra di loro ci sono anche Chiara e Francesco. Francesco si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Cuneo, in seguito all’operazione repressiva del 3 giugno a Torino, volta a colpire la lotta contro gli sfratti. Potete leggere anche una sua lettera dal carcere piemontese. La posizione di Francesco nel procedimento odierno a Teramo è stata stralciata, perchè detenuto e non ha potuto decidere se presenziare all’udienza; ma vista l’assoluzione degli altri compagni, molto probabilmente sarà assolto ache lui. Chiara attualmente si trova nel carcere di Torino, per le udienze che la vedono imputata per il sabotaggio di un compressore in Val di Susa, nel cantiere della Tav, nel maggio dell’anno scorso. E’ in galera da dicembre, in alta sorveglianza nel carcere romano di Rebibbia. L’abbiamo salutata un paio di mesi fa, quando è venuta in tribunale a Teramo per presenziare ad un’udienza dello stesso procedimento penale odierno. Il pensiero va inevitabilmete a loro, a Chiara e Francesco, ed a tutti i compagni reclusi. L’invito è sempre quello di non farli sentire soli:

Chiara Zenobi  C.C Via Maria Adelaide Aglietta, 35 – 10151, Torino

Francesco Di Berardo C.C. via Roncata, 75 – 12100, Cuneo

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E se la paura cambiasse di campo?

vignette-squatter-via-aosta-foto-versienti3«12/6/2014

Chi ogni giorno per le strade del quartiere coarta la libertà di muoversi?

Abito a Porta Palazzo ed inevitabilmente incrocio la ronda interforze che va a caccia di senza documenti da ingabbiare in un CIE, svolto l’angolo, entro in piazza e vedo un gruppo di vigili che fanno smontare i piccoli banchetti dei venditori abusivi di menta, fanno fuggire le signore con i carrellini pieni di pane, msemen e botbot. Salgo sul 4 per arrivare velocemente fino in Barriera, lì i controllori aggressivi tachentano e spintonano fuori chi non ha i soldi per il biglietto. Rimane da prendere il 51, lento, con passaggi più radi, carico di persone. 

Chi ogni giorno minaccia e spaventa?  Continued…

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Hip hop alla Casa del Popolo

25 Giu

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Nella tinozza

Dalla sezione D del carcere delle Vallette un comunicato di Nico, arrestato anche lui per l’ inchiesta del 3  giugno.

Aggiornamento 19/6/14:

Nico martedì non è rientrato dall’aria. I secondini lo hanno riportato dunque di peso in cella. L’ispettore lo ha minacciato di fargli “rapporto” e così, mercoledì, Nicolò ha iniziato lo sciopero della fame.

 

Domenica 15 Giugno 2014, carcere delle Vallette, Torino.

«Mi chiamo Nicolò Angelino. Sono stato arrestato martedì 3 giugno a Torino durante un’operazione di polizia mirata a stroncare la più bella avventura della mia vita.

Vana illusione della procura. 

Da quel giorno sono chiuso in una cella singola del blocco D. Pulita, ritinteggiata e profumata. Da voltastomaco. Il blindo è aperto ma il cancelletto è chiuso 23 ore al giorno. Si apre e si richiude solamente quando vado a fare la mia ora d’aria.

Parlare con gli altri detenuti attraverso le sbarre è avvincente e malgrado siano molto simpatici il disagio è visibile da entrambe le parti. Qui al piano non ho complici e non ho la speranza di trovarli. Alcuni sono in isolamento sotto terapia 24 ore su 24, gli altri, quelli che vedo, sono lavoranti. Hanno il massimo dei privilegi che una Amministrazione Penitenziaria puo’ offrire e non si metteranno in gioco per me.
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Sugli arresti, da dentro

«10/6/2014,
Cuneo.

Sono 27 gli episodi incriminati, attraverso cui le autorità, il 3 giugno scorso, hanno spiccato 17 arresti, 12 in carcere e 5 ai domiciliari, 4 obblighi di dimora e 4 divieti di dimora da Torino e 4 obblighi di firma. Sotto inchiesta è finita la lotta contro gli sfratti, sviluppatasi nelle strade di Porta Palazzo, Aurora e Barriera di Milano a Torino.

Il racconto che emerge nelle pagine contenenti gli appunti degli imbrattacarte di Questura, Procura e tribunale non è certo molto avvincente e non riesce neanche lontanamente a descrivere i contorni di questa lotta. Sarebbe del resto stolto attendersi qualcosa di diverso da questi grigi scribacchini.

Spulciando però tra le 200 e rotte pagine dell’ordinanza di custodia cautelare, si scopre che anche un uomo di tribunale può scrivere qualcosa degno di nota.  Continued…

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Movimento operaio

… Ma le organizzazioni operaie intanto sono un fatto, esistono; e pel fatto stesso che col loro conservatorismo podagroso e cieco costituiscono un ostacolo, molte volte un pericolo, esse sono degne della nostra considerazione e premura.

Se noi ci troviamo di fronte ad un bambino che ignora, di fronte ad una donna che crede, ad un ottuso che non vede, che non vuole vedere, noi non rispondiamo all’immaturità dell’uno, all’ingenuità dell’altro, alla cecità del più grande numero coll’irrisione e col disprezzo.

Noi ci chiniamo su tutti con eguale affetto, noi li assistiamo colla cura più vigile e coll’interesse più vivo, perché noi siamo orgogliosi di scoprire, sotto la ganga ruvida ed aspra, il lucido metallo che essa avvolge e nasconde, e fare del troglodita un utile valore individuale e sociale; perché noi sappiamo sovra tutto quanto grave sia il compito che ci siamo assunti per trascurare qualsiasi forza che al trionfo del nostro ideale si possa coscrivere e convergere; e perché sappiamo infine che la nostra libertà, la nostra sicurezza, il nostro benessere individuale sarebbero, anche nella società egualitaria, problematici ed effimeri, ove non trovassero fondamento e guarentigia nella libertà e nel benessere di quanti ci sono intorno; e se libertà è conoscenza, se benessere è solidarietà, l’opera di educazione da assolversi fra il proletariato, che esso sia organizzato o meno, appare non soltanto un bisogno imperioso, ma di urgenza improrogabile.

— Ed allora entrerete nelle organizzazioni? perché lo stare difuori vi precluderebbe ogni possibilità d’influenza e d’azione. — Sicuro! entreremo nelle organizzazioni operaie ove l’utilità della battaglia ce ne persuada, sempre che sia possibile, con impegni e riserve ben definite. Continued…

Posted in anarchismo.


Sotto il grattacielo Intesa San Paolo. Intorno agli arresti del 3 giugno.

kTorino, 3 giugno 2014. Centoundici indagati, dodici compagni/e in carcere, cinque arresti domiciliari, quattro obblighi di dimora, quattro divieti di dimora, quattro obblighi di firma. Questi i numeri dell’ennesima operazione repressiva condotta dalla Procura di Torino che, questa volta, prende di mira gli ultimi due anni di lotta contro gli sfratti. Oltre a togliere dalle strade compagni/e che hanno sperimentato insieme ad altri sfruttati la possibilità della resistenza, l’operazione appare complementare alla volontà politico-predatoria di imporre un preciso riassetto urbanistico a pezzi di città come Porta Palazzo e Barriera di Milano (ascolta anche pezzi di città 123).

Alla vigilia del corteo di sabato 14 giugno, facciamo il punto su quanto va accadendo con due compagni di Torino: i progetti del potere cittadino su questi quartieri, le forze che vi partecipano, ma anche il fare dei soliti PM torinesi che, dopo aver tentato d’imporre l’equivalenza tra sabotaggio e terrorismo, mira ora a far passare la pratica del picchetto per violenza e sequestro di persona.

Ascolta da Radiocane

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Ribaltiamo questo mondo

:::Dove stare insieme oggi? Dove potersi incontrare e riconoscere, nel gioco, nel dolore, nella resistenza? Non più i quartieri, non più la grande fabbrica, non più piazze e università di massa. La vita nelle grandi metropoli si è fatta decisamente più alienante e disgregata […] Il centro e i suoi dispositivi di potere e controllo si diramano molto più capillarmente lungo le periferie, pronti a spezzare ogni episodio di incontro e assembramento abitativo Altro.:::

Martedì 3 giugno, Torino.
111 indagati, 29 misure cautelari, 11 compagn* in carcere, 6 ai domiciliari, 4 obblighi di dimora, 4 divieti di dimora, 4 obblighi di firma. Questi i numeri della maxi operazione messa in campo dal solito Rinaudo contro la lotta agli sfratti nella città di Torino. Lotta che negli ultimi due anni ha caratterizzato la vita quotidiana di molti compagni e compagne e non solo.
In contemporanea, a Roma, viene sgomberata l’occupazione di Torre Spaccata, uno stabile riaperto nello  Tsunami Tour del 9 aprile scorso. Continued…

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Se tocca fare affidamento su sbirri e magistrati…

È notizia di questi giorni, l’arresto del capo di casapound di San Benedetto del Tronto, per dei pestaggi gratuiti che il fascista ha compiuto nella città rivierasca tra febbraio e marzo di quest’anno. Tra le persone pestate anche due ragazze e, lo ripetiamo, queste aggressioni sono avvenute senza alcun motivo o, meglio, con i soli motivi che un pezzo di merda può avere in testa, con i soli motivi che un fascista può avere: la violenza per il gusto della violenza, per il piacere della supremazia, per la volontà di imporre sottomissione.

A suo tempo non scrivemmo niente. Vuoi perché non è strettamente il territorio a cui facciamo riferimento, in cui svolgiamo il nostro lavoro quotidiano da compagni e la nostra militanza. Territorio in cui conosciamo dinamiche, ruoli, e quel che si muove nei sottoboschi della città, che non passa tra le pagine sbirresche di un quotidiano o tra quelle sensazionalistiche di un osservatore quotidiano. Queste cose, di San Benedetto, non le conosciamo. Anche se, bisogna dirlo, non è che sarebbe servito sapere queste cose per parlare, inveire, agire, contro la violenza fascista, contro simili infamie. Ma non ne abbiamo parlato anche perché, nella prima aggressione, che hanno subito delle ragazze, le vittime si son rivolte fin da subito agli sbirri ed alla magistratura per denunciare quel bastardo fascista. Ora, non sta a noi giudicare l’operato di chicchessia, ma, in tutta sincerità, con denunce, sbirri e magistrati non vogliamo avere niente a che fare. Continued…

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In Vivo. Sul carcere di Alta Sicurezza (A.S.)

celant_sette_saviLa locuzione “ricerca in vivo” viene usata in ambito scientifico per indicare l’ampio insieme degli esperimenti condotti con l’ausilio di modelli animali.
Com’è fatta una sezione di Alta Sicurezza, ultimo tassello dei processi di differenziazione carceraria? Quali funzioni svolge? Quali obiettivi persegue? Abbiamo rivolto queste domande a due compagni che, loro malgrado, hanno fatto esperienza diretta della sezione A.S.2 di Alessandria.
Ascolta da Radiocane

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