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Davide trasferito di nuovo al carcere di Viterbo

Davide Rosci è stato trasferito nuovamente dal carcere di Teramo a quello di Viterbo. Non sappiamo i motivi di questa ennesima infamia, né all’avvocato né ai famigliari è stato comunicato nulla. Ma li possiamo facilmente immaginare…

Di seguito la lettera scritta da Davide dopo il presidio fuori le mura del carcere di Castrogno il 14 settembre.

 

dal carcere di Teramo 

Carissim* compagn*

Vi scrivo a distanza di poche ore dal presidio che i solidali hanno organizzato all’esterno del carcere di Castrogno (Teramo).

Grazie al volantinaggio che ha preceduto l’iniziativa molti erano a conoscenza dell’arrivo dei solidali e tanta è stata la gioia alla loro vista.

La settimana si era aperta con una discussione molto partecipata per parlare dei temi della mobilitazione lanciata dal “Coordinamento” e tutti hanno da subito appoggiato le rivendicazioni dello stesso.

Si è deciso di sostenere la protesta con uno sciopero del carrello e battiture provando a coinvolgere tutte le sezioni, ma le difficoltà sono state non poche.

Io ho intrapreso lo sciopero della fame e da martedì 10 ad oggi ho perso diversi chilogrammi; in questi giorni la solidarietà avuta dal resto dei fratelli carcerati mi ha dato la forza di continuare e fino a quando il fisico lo consentirà non mi fermerò.

E’ stato bellissimo vedere l’entusiasmo dei detenuti e anche se il carcere è un luogo pieno di infami e confidenti, molti non si sono tirati indietro e, a testa alta, si sono fatti sentire da chi fuori era venuto a portare il loro saluto.

In sezione, per “evitare” il contatto tra noi e chi era all’esterno, hanno usato il becero ingegno di chiuderci nelle celle e guarda caso l’ora di socialità è stata autorizzata al solo lato dove non era possibile vedere i compagni.

Questo trattamento è stato riservato solo alla sezione dove ero io… quanto è misera la vita negli abusi di potere.

La nostra è stata una protesta del tutto pacifica, molti si sono interrogati dell’utilità della stessa e figuratevi che alcuni mi hanno anche invitato a desistere dicendomi: “tanto chi ti sente?”.

Dopo la manifestazione invece tutti erano entusiasti, consapevoli che non eravamo soli e che le lotte possono e devono essere intraprese. Questo, a mio avviso, è un primo grande risultato.

Certo la strada è apparsa a tutti lunga ma i primi passi sono stati fatti ed ora possiamo solo fare di più.

Un grande ostacolo che ha influito sulla mobilitazione è stato quello di non aver avuto risonanza mediatica ma noi non ci lamentiamo, sappiamo di aver fatto il possibile e se in futuro si deciderà di riorganizzarci saremo più incisivi, di questo ne siamo certi.

La giornata appena trascorsa è stata allietata da buona musica, bombe carta e voci libere che si sono sentiti forte qui dentro e, mentre le guardie poste sulle torrette squadravano i compagni all’esterno e gli ispettori facevano sotto e sopra all’interno delle sezioni per intimorirci, si alzavano al cielo le note di “bella ciao” che io e diversi detenuti abbiamo cantato a squarciagola convinti che presto sorgerà il sol dell’avvenir.

La lotta non si arresta

Un abbraccio ribelle a tutti/e!

Davide

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Posted in anticarceraria, repressione.

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