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25 Aprile – Solidarietà a Paska e ai reclusi nel carcere di Castrogno (Te)

Il 25 Aprile per noi non è semplicemente un numero rosso sul calendario, una giornata da trascorrere in compagnia di politicanti che piegano l’antifascismo al proprio tornaconto, o una sterile ricorrenza.

Riteniamo, oggi più che mai, che Resistenza vuol dire anche lottare contro la repressione che colpisce chi combatte e resiste ogni giorno, senza farsi dettare tempi e metodi da programmi istituzionali.

Per questo motivo più di una 30ina di solidali hanno deciso di trascorrere il pomeriggio del 25 Aprile fuori dal carcere di Castrogno (Te), per supportare Paska, compagno di battaglie, e tutti i reclusi e le recluse oppresse del sistema carcerario, emblema del dispositivo di potere, che là dove non si limita a sorvegliare, punisce, soffoca e tortura.

Fumogeni, cori, canzoni, striscioni, fuochi d’artificio e qualche frase scambiata con il nostro compagno Paska e il resto dei detenuti hanno reso vivo il pomeriggio.

L’invito a tenere duro e continuare a lottare è stato reciproco. Da parte nostra, la promessa di tornare!

LIBERX TUTTX!

Cogliamo l’occasione per esprimere solidarietà ax 4 arrestatx di Firenze, la cui unica colpa sarebbe quella di aver tentato di accedere a quella piazza in cui c’erano il sindaco Nardella e l’ex premier Renzi, che continuano supportare politiche razziste e di sfruttamento, dai lager in Libia alle dichiarazioni secondo cui una fioriera rotta vale più della vita di un uomo ucciso da un razzista.

fonte; transumanza.noblogs.org

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Dom 29 Aprile / No Snam! – Chiacchierata, cena e live acoustic dalla val peligna

Un incontro per riprendere il filo della manifestazione del 21, per individuare nuovi percorsi di lotta e per mettere in comunicazione diverse realtà che combattono sullo stesso fronte. Un’assemblea assolutamente aperta che verrà seguita dai suoni della Valle Peligna ormai sotto diretto attacco dai giganti del gas. Il tutto sarà accompagnato da una cena veg e popolare.

h 17.00 – Chiacchierata collettiva “Prospettive di lotta NO SNAM”

h 20.00 – Cena Sociale – Support your local antisnam

h 21.30 – Live Acoustic Ivan DM & Anarcotic Bureau

a seguire dj-set Punk della casa

Groove, via dei bastioni 6, Pescara Vecchia

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Lettera aperta al Movimento No Snam

Sabato 21 Aprile, eravamo in migliaia a percorrere le vie di Sulmona per scandire a gran voce il nostro NO verso il metanodotto Snam, un’opera inutile e dannosa diretta a rinnovare lo smalto del capitalismo internazionale, un gigantesco gasdotto che attraversa Grecia e Albania per approdare infine in Italia, conferendo al nostro Paese un ruolo strategico di hub del gas per l’Europa continentale.

Nei giorni precedenti il corteo si era creato ad hoc un clima di tensione attraverso telefonate da parte delle Forze dell’Ordine che informavano le associazioni organizzatrici dell’”infiltrazione” di anarchici ed anarchiche. Ma nonostante l’allarmismo preventivo e lo sproporzionato dispiegamento di Forze dell’Ordine il corteo si è svolto tranquillamente ed ognunx ha scandito la sua opposizione alla Snam con i propri contenuti e metodi.

Tuttavia il metanodotto Snam è un’opera di importanza capitale per le Istituzioni, dal momento che si inserisce in un contesto internazionale, e le Forze dell’Ordine sabato hanno dimostrato che lo Stato è pronto a schierare tutte le sue forze per realizzare e proteggere l’ennesima Grande Opera inutile e dannosa. Così, con il pretesto dell’identificazione di un manifestante, Polizia e Digos hanno provocato la piazza innalzando inutilmente il livello dello scontro, fino a quel momento nullo. Ma alle provocazioni e alle violenze poliziesche ha risposto una piazza che ha difeso un proprio compagno, che ha solidarizzato con chi stava lottando contro il braccio militare a protezione della Snam. Una piazza che ne ha garantito l’incolumità fino al suo rilascio.

Spaccare il movimento sulla base di pretesti fittizi fa solamente il gioco di chi è intenzionato a garantire la realizzazione del metanodotto Snam e a proteggerne gli interessi. Gli unici beneficiari della rottura del movimento saranno le stesse forze che proteggono il progetto Snam.

Alla luce di quanto accaduto nei giorni precedenti, delle chiamate preventive agli organizzatori della mobilitazione ai fini di dissaldare l’integrità del movimento e dei metodi esagerati e sproporzionati esibiti in piazza da parte delle Forze dell’Ordine, si capisce che il fine di questi atteggiamenti è disinnescare sul nascere la lotta e spianarsi la strada verso la repressione di chi si oppone fisicamente e concretamente contro la realizazione di quest’opera.

Invece di additare e giudicare compagni e compagne di lotta, riteniamo opportuno ragionare collettivamente su come proseguire la battaglia No Snam.

Vi invitiamo quindi all’incontro che si terrà domenica 29 aprile dalle 17 al Groove (via dei bastioni 6, Pescara).

L@s Infiltrat@s

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Sabato 21 Aprile. Manifestazione No Snam

S(g)NAM!

Su questi territori la TAP (Trans-Adriatic Pipeline) muta il suo nome ma non la propria natura.

Opera diretta a rinnovare lo smalto del capitalismo internazionale, il gigantesco gasdotto che attraversa Grecia e Albania per approdare infine in Italia, darà al nostro Paese un ruolo strategico di hub del gas per l’Europa continentale.

La retorica della “grande opera necessaria” cede però presto il passo ad una realtà ben diversa da quella che media e portatori d’interessi diretti vogliono farci credere.

A chi conviene il raddoppio della dorsale adriatica di SNAM? Chi intascherà i proventi del gas azero? Che beneficio avranno le popolazioni che vedranno i propri territori, già messi a dura prova dai tanti eventi sismici, devastati ora anche dal gasdotto?

Proviamo ad illustrare sinteticamente il tutto: SNAM è una Spa con oltre 2,7 miliardi di capitale sociale, detenuto per oltre la metà da investitori istituzionali (banche, società assicurative ecc.) e per un ulteriore 8% da investitori retail (risparmiatori privati), oltre ad un importante partecipazione (circa 1/3) della Cassa di Depositi e Prestiti. Ben l’80% degli investitori istituzionali sono società statunitensi, inglesi, canadesi, irlandesi, tedeschi e francesi. Questa digressione è utile per far capire in tasca di chi finiranno i superdividendi, una volta che l’opera sarà a regime.

Rispondiamo ora anche alla terza domanda: le popolazioni locali e, più in generale quelle abruzzesi, non vedranno un metro cubo di tutto il gas trasportato dal tubo, ne avranno alcun beneficio economico da tale opera. Tutto il metano che traslerà per la Valle Peligna e, per oltre 700 km lungo l’Italia, è diretto ai sistemi produttivi dell’Europa continentale, che nei prossimi decenni, vuole rendersi autonoma dalle forniture russe, per ovvi motivi geopolitici.

Con SNAM paghiamo sulla nostra pelle gli interessi del grande capitale, che come sempre non distribuisce nulla di quel che produce, ma che scarica costantemente sui cittadini i costi ambientali e l’insicurezza che una tale opera porta con sé.

Alla precarietà, disoccupazione, compressione salariale che le lavoratrici e i lavoratori subiscono quotidianamente, come naturale conseguenza della logica del profitto, oggi aggiungiamo anche l’aggressione di una multinazionale che con tale opera si garantirà utili eccellenti per i prossimi decenni. Quel che viene ancora una volta negato è il progresso sociale ed il benessere collettivo.

Quel che viene ancora una volta affermato è il profitto privato e la ricchezza per pochi.

Rovesciamo oggi questa logica!

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Paska libero! Tutti liberi!

Se l’unica declinazione possibile e attuale dell’antifascismo è l’antiautoritarismo,
la sola resistenza che vogliamo celebrare questo 25 aprile è quella alla repressione del potere dello Stato (e degli Stati), che non può che passare per la lotta al sistema carcerario, emblema del dispositivo di potere, che là dove non si limita a sorvegliare, punisce e soffoca (se non tortura) i corpi di chi fa pratica sovversiva della resistenza in difesa delle libertà politiche e individuali.

Il nostro compagno Paska è sotto accusa per l’attacco ad uno dei tentacoli di Casa Pound Italia. A prescindere dalla paternità dell’atto, l’individuazione della quale lasciamo volentieri alla triste autorità dei questurini, il punto è che – innocente o colpevole che sia – lo Stato lo sta perseguitando per quel gesto, sovversivo nella misura in cui non risponde né ubbidisce alle direttive dell’antifascismo istituzionale: piuttosto, appunto, lo sovverte.

Paska è quindi tra le persone a cui qualsiasi forma di libertà, comprese quelle più ordinarie e basilari, sono state (di nuovo) sottratte: dai muri di una cella del carcere di Castrogno, ma pure (e soprattutto) da quelli dei confini – fisici e mentali – eretti dalle istituzioni; dai muri dei C.I.E, delle questure, dei parlamenti, dei tribunali; da quelli della retorica per la quale “legalità è giustizia” e della cantilena xenofoba del “cittadino” che se adempie al suo ruolo avrà (forse) diritto a dei diritti e del “delinquente”, invece, del “criminale”, il sovversivo” o il “degradato” che, per aver rifiutato un ruolo non richiesto, li perde tutti, i diritti.

I corpi che resistono, oggi, sono quelli al-di-là del muro,
e lottiamo e resistiamo insieme a loro.

25 APRILE 2018 H. 15.00 TUTTX @ CARCERE di CASTROGNO (TE)

Posted in anticarceraria.


Repressione è civiltà!

Il 12 aprile a Giulianova si è tenuta la festa della Polizia della provincia di Teramo. Alla presenza delle autorità e delle istituzioni, secondo cui, “passa anche attraverso l’emanazione di provvedimenti di Daspo urbani la sicurezza delle città, con i sindaci chiamati ad essere attori protagonisti del sistema di sicurezza partecipata, destinato a modificare radicalmente la cultura della protezione del territorio”. E’ stato questo l’invito alla repressione rivolto ai primi cittadini da parte del questore di Teramo, Enrico De Simone, presente durante la commemorazione.
Nello specifico il questore ha sottolineato come “è ineludibile il coinvolgimento delle Polizie Locali, dei Comuni e degli Istituti di Vigilanza privata nella realizzazione di quel sistema di sicurezza partecipata, nella cui direzione si è mosso recentemente anche il legislatore attraverso il decreto legge che attribuisce nuovi strumenti di sicurezza urbana ai Sindaci per il contenimento di quei fenomeni di marginalità e di esclusione sociale che danno luogo a comportamenti che pur non qualificabili dal punto di vista penale, influiscono negativamente sulla percezione da parte del cittadino del livello di vivibilità di determinate aree cittadine”.
Nulla di nuovo dunque sotto il sole, se non l’intento dichiarato di voler colpire, punire e reprimere la marginalità sociale come reato e non considerarla come fenomeno e risultato delle nostre società, delle loro strutture, delle loro disuguaglianze. La povertà quindi, secondo autorità ed organi di controllo, va repressa, ma non facendo in modo che ci siano sempre meno poveri, ma colpendo i poveri stessi!
D’altro canto, non è un caso, che i nuovi criteri di assegnazione delle case popolari, un cui articolo al riguardo su Giulianova uscito in questi giorni, preveda lo sgombero di tutti gli abusivi e il ricollocamento di nuove liste, da cui sono esclusi chi ha precedenti penali. In poche parole, oltre ad essere povero, non devi provare neanche a sopravvivere. Perché la commissione di reati, sappiamo bene, è anche conseguenza della propria condizione sociale. Non sempre, ma in un’analisi più generica questa considerazione vale ed ha i suoi fondamenti.
Per questo, giova dire che fecero bene quei compagni che un paio d’anni or sono, andarono a dire in faccia agli sbirri, alla festa della polizia, che sono degli assassini di merda. Per questi compagni, si sta facendo il processo a Teramo in questi mesi per quell’azione.
Se lo Stato ci fa la guerra “solo” perchè siamo poveri, e lo siamo in relazione all’accumulazione delle ricchezze nelle mani di pochi, non ci resta altra scelta che difenderci, che contrattaccare.
Perchè le parole del questore e delle istituzioni, son fin troppo chiare: la marginalità va repressa.
Rendiamoci conto della guerra che ci stanno conducendo contro ed organizziamoci, perché se vogliono farci sparire dalla circolazione…
E’ ora che facciamo lo stesso con loro!

Posted in critica radicale.


Presidio al carcere di Teramo

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Correvo pensando ad Anna

Posted in casa del popolo.


Dal carcere di Ancona

Carissimi compagni e compagne, ho ricevuto come al solito il vostro opuscolo, con la
vostra lettera, vi ringrazio come sempre e mi appresto a rispondere alle vostre domande…
Chi ha sparato a macerata sta nella ‘zona-filtro’, e quella storia dell’acclamazione è stata
una notizia notevolmente ingigantita, come vi ho detto il soggetto in questione è stato portato
al ‘filtro’ e da come so ci è rimasto per sua richiesta, quindi di che stiamo parlando…
La vicenda “dell’acclamazione” è dovuta ad un giorno in cui il soggetto si trovava dagli
avvocati ed essendo presenti lì altri 5-6 detenuti, uno ha detto, questo è quello di
macerata e n’è scaturito un applauso, questo è stato il piccolo siparietto…
e’ altrettanto vero che come potete immaginare il pensiero comune vuole che questa persona
non venga condannata per ciò che ha fatto, anzi, questo gesto ha riscosso parecchio
consenso, purtroppo questa è la realtà, anche se mi costa ammetterlo. L’ignoranza,
il razzismo, portano a tutto ciò, lo sappiamo bene, sappiamo che i potenti poi strumentalizzano
questi fatti di cronaca per rivendicare le loro campagne xenofobe e repressive.
tutto ciò nutre in me un senso di rabbia e di sconforto come mi lascia un senso di vuoto
e di tristezza tutta l’indifferenza che ho intorno, non solo per questo fatto, ma per ogni
giorno che vedo accettare a testa bassa i detenuti tutte le infamie e accettazioni senza
ribellarsi più a niente, sono sempre più amareggiato per questo…
però questo non mi porta a smettere di lottare a modo mio, né di abbassare la testa
quando qualcosa mi tocca, né di girarmi dall’altra parte quando vedo un abuso.
ormai i carceri sono cambiati, come i detenuti, certi valori si sono persi e assai rari da
trovare in questi corridoi, e se ci ritroviamo con questo sistema subdolo e oppressivo è
perché nella maggioranza dei casi nessuno combatte più, non si seguono più certi comportamenti
e gli infami e le spie sono libere di girare tranquille per i corridoi, questo per
me è il primo punto.
non so se sono stato esaudiente, se volete sapere qualcosa in più sono a vostra disposizione
e attendo vostre notizie. Io vi assicuro che sto bene e non mi piego ancora dopo
tre anni sono in attesa del primo grado e aspetto la sentenza di questi cani schifosi,
almeno saprò quanto tempo dovrò aspettare prima di ritornare fra la gente che amo e
a lottare per le strade…
e’ certo che il carcere non ha attenuato i miei ideali e il mio disprezzo verso questo stato
e le sue leggi, che nel frattempo è cresciuto ancora! a questo proposito, colgo l’occasione
per domandarvi se quest’estate, dopo agosto, vi è arrivato in mio scritto dove vi
raccontavo di una sera di protesta dove volevano aggiungerci altre brande e gliele
abbiamo ributtate nel corridoio non rientrando nelle nostre celle fino alla mezzanotte,
ve lo chiedo perché sugli opuscoli non ho mai visto l’articolo scritto e visto che la mia
posta sovente viene “smarrita” avevo questo quesito. [no davide, non ci è arrivato, ndr]
In tal caso vi posso riscrivere un po’ tutto con piacere, almeno so se vi è arrivata o meno
quella missiva. non vi scrivo sempre, non c’è stato nulla di eclatante da raccontare
eccetto la protesta di quest’estate, però leggo sempre con piacere e interesse i vostri
opuscoli e sono vicino a tutti i compagni e le compagne reclusi/e che lottano e si ribellano
e sono sempre complice e solidale alle loro azioni e alle loro idee.
a (cerchiata) presto, un abbraccio… davide.
21 febbraio 2018

davide storlazzi, via montecavallo 73/a – 60129 montacuto (an)

tratto dal num. 131 di OLGa

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“L’Amico del Popolo”. Sul sequestro Moro

In merito al dibattito che c’è stato qualche giorno fa, in occasione all’anniversario del sequestro di Aldo Moro, qui di seguito un articolo di quei giorni di Belgrado Pedrini, sul giornale “L’AMICO DEL POPOLO”

“E’ ben vero signori che uno dei maggiori responsabili del disastro economico e morale di questa Italia sentimentale e piagnucolona, è stato rapito, come Elena da cui scaturì la guerra di Troia; ma c’è, tra le varie ipotesi, quella che tale rapimento sia stato architettato non da giovani rivoluzionari, ma da chi, molto in alto, mira a giustificare col massimo disordine sociale, un colpo di stato anti proletario. il popolo apra bene gli occhi e la mente sui misteri conventuali della politica italiana, legata da loschi interessi a quella straniera.

Continued…

Posted in anarchismo.