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La mano del padrone

Milano, 14 gennaio 2014: Fabio, un compagno del SiCobas impegnato nelle lotte nel settore della logistica, viene aggredito a tradimento da due non meglio identificati personaggi. Un’aggressione dalla chiara matrice intimidatoria e di classe; un inconventiente del mestiere, forse, soprattutto quando l’azione sindacale esce dalla palude del burocratismo connivente tipico dei confederali; ma anche la conferma indiretta di quanto le lotte dei lavoratori della logistica stiano dando realmente fastidio.attenti-al-cane

“Stolti quindi anche coloro (tra i presunti amici) che si accontentano di gridare vendetta o che cascano dal pero e si inorridiscono per la violenza appellandosi alla democrazia e al rispetto delle sue regole. Perché proprio questa è la democrazia, riflesso diretto, anche se distorto, di un dominio di classe che “qualcuno” ha deciso di sfidare, nella convinzione profonda che, battendosi per i bisogni elementari delle grandi masse, si possono anche raggiungere conquiste immediate, per quanto parziali.” (dalla “Lettera di Fabio Zerbini agli operai e ai loro sostenitori”)

Qui il frutto di una chiacchierata con Fabio.

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La spocchia. Ovvero della politica e il suo rovescio.

Poche righe, a caldo, per esprimere qualche impressione sulla giornata odierna (di ieri ormai), in cui sono stati occupati gli spazi dell’ex Oviesse a Teramo da artisti che reclamavano uno spazio. Sarà l’aria dell’occupazione o uno spirito di curiosità verso ciò che sembra muoversi, ma un giro ce lo siamo fatti anche noi, non senza una miriade di dubbi che ci portavamo dietro quasi come un pregiudizio. Continued…

Posted in critica radicale.

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Genova, in fondo a sinistra

Genova-sciopero-trasporti-7Genova, fine novembre 2013. La città rimane paralizzata per un improvviso sciopero selvaggio degli autoferrotranvieri di Amt che si oppongono alla prevista privatizzazione dell’azienda municipale. L’adesione dei lavoratori Amt è pressochè totale e trova l’inaspettato sostegno di una popolazione che, nonostante i forti disagi,  non abbocca ai reiterati tentativi di criminalizzazione portati avanti da media e politicanti vari. Per cinque giorni si susseguono blocchi e manifestazioni che attraversano la città. Ma questo atto di forte  insubordinazione non si diffonde ad altre categorie anch’esse fortemente colpite dalla crisi. Nonostante alcuni illusi intonino subito i peana alla ripresa della conflittualità operaia, gli altri operai non si muovono e non si produce alcun incontro, grazie anche alla nefasta opera dei sindacati.

A freddo abbiamo voluto ripercorrere le vicende di quella settimana di lotta, a suo modo paradigmatica, con alcuni lavoratori protagonisti dello sciopero e altri solidali.

ASCOLTA IL CONTRIBUTO DA RADIOCANE.INFO

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Antigone tra le mura

Reading teatrale delle “grazie al caso”, benefit anticarcerario

Antigone tra le mura

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Infami

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Sui muri esterni della sede Rai di Pescara compaiono le scritte: INFAMI e PINELLI ASSASSINATO, seguite dalla a cerchiata; proprio il giorno dopo che sui Rai 1 è andata in onda la prima parte di una fiction, che ha negli intenti il revisionismo degli anni 70, dei suoi conflitti e delle sue lotte. La prima parte di quest’opera revisionista era proprio sul compagno anarchico Pinelli, sulla sua uccisione (avvenuta nella questura di Milano 1969)  e su quel boia dell’ispettore Calabresi, che da carnefice qual’era viene fatto passare come una vittima.

Posted in anarchismo, azione diretta.

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Che classe?

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Vicini a Matteo

All’alba del 1 gennaio viene arrestato Matteo, un compagno di Teramo, per il suo coinvolgimento in una rissa con i fascisti avvenuta durante la notte. Dopo un giorno di domiciliari, al processo per direttissima, il compagno viene condannato a sei mesi di condanna, patteggiando, per rissa aggravata e, nel frattempo, al divieto di dimora nel comune di Teramo. A Matteo va tutta la nostra solidarietà.

Posted in repressione.

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Dalla valle alla costa…

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Nella notte del 30 dicembre viene imbrattata la vetrina della sede del Partito Democratico a San Benedetto del Tronto: «Chiara, Niccolò, Mattia Claudio. Liberi tutti. Dalla valle alla costa, il no Tav non si arresta».

Posted in azione diretta.

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Un saluto ai carcerati

Prima della mezzanotte dell’ultimo dell’anno viene fatto un saluto ai carcerati della casa circondariale di Castrogno, Teramo. Vengono esplosi alcuni petardoni ed un po’ di fuochi d’artificio. Da fuori viene urlato qualche discorso sulla necessità della lotta per migliorare le proprie condizioni e viene ribadito l’appoggio che da fuori viene dato a chi lotta. I carcerati rimangono in silenzio, forse ad ascoltare, chiedendo poi se erano arrivate le lettere che erano state spedite ai compagni fuori. Dal presidio di settembre, quello della mobilitazione dei detenuti, dal carcere di Teramo non è arrivata alcuna lettera. Viene detto e ribadito ai carcerati che l’amministrazione penitenziaria, che cerca in tutti i modi di sciacquarsi la faccia, fa di tutto per impedire ogni forma di contatto solidale e conflittuale tra dentro e fuori le mura. Un ultimo petardone saluta i detenuti, e qualche grido di libertà esce da qualche finestra delle celle.

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Dai un calcio alla repressione

un calcio alla repressione

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