In questi giorni son iniziate ad arrivare le denunce per la contestazione alla polizia in piazza, l’estate scorsa a Giulianova. Di quella serata già vi avevamo parlato in questo articolo, così come vi avevamo parlato delle prime misure repressive adottate, con fogli di via ditribuiti a chi non aveva la residenza a Giulianova. Ora le denunce sono la “normale” conseguenza di quella giornata, con compagni denunciati, in concorso, per resistenza.
Quindi questo articolo per dire cosa?
Perchè tra le varie denunce, ad un compagno han dato “oltraggio a pubblico ufficiale”, dal momento che offendeva l’onore ed il prestigio di un ispettore della digos, definendolo “mezzo uomo”.
Perbacco!
Se l’è presa l’infingardo per così poco… Eppure cosa gli avrebbe detto, il compagno, se non la pura e semplice verità. Se non il riconoscimento della sua meschinità e servilismo…
Ma tant’è, il manigoldo s’è offeso!
E, dal canto nostro, non potendo fare a meno di ribadire che un uomo, che sceglie di essere un esecutore di ordini altrui e difensore di un sistema iniquo, è solo e soltanto un “mezz’uomo”, oltre che un aguzzino… dal canto nostro, dicevamo, non possiamo che lasciare la parola a chi, forse meglio di noi, è riuscito ad esprimere questo concetto: la divisione del mondo in uomini e mezz’uomini.
O, per meglio dire, uomini o caporali:
“Dottore, Le spiego. L’umanità io l’ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l’autorità, l’abilità o l’intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera.”
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