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Ancora fogli di via da Teramo

In questi giorni stanno arrivando altri fogli di via da Teramo, per il presidio dello scorso 25 aprile fuori il carcere, in solidarietà con Paska e con tutti i detenuti.
Al momento non sappiamo quanti fogli di via, la Questura sta notificando, visti i diversi tempi delle notifiche. Ma sta di fatto che questi fogli di via si vanno ad aggiungere a quelli notificati ai compagni per il presidio di ferragosto dello scorso anno da Teramo, e quelli notificati per il corteo dello scorso autunno per il Campetto Occupato, da Giulianova. Solo in provincia di Teramo, per quel che ci riguarda.
Le motivazioni, per questi ultimi fogli di via, sono sempre le stesse: essersi messi in un luogo da dove i detenuti avrebbero visto e sentito i solidali e, udite udite, “aver espresso dissenso verso il sistema carcerario”.
In poche parole contro il carcere non si deve parlare ed i detenuti non devono vedere nè sentire solidarietà. E’ tale il diktat della Questura, pena la repressione, con fogli di via ed altre diavolerie.
Se la repressione si fa sempre più diretta e non “ha bisogno” neanche di ammantarsi di qualche giustificazione, seppur retorica, agli occhi dei più, tocca ragionare come affrontarla e come muoversi.
Al riguardo, i due estremi per cui, da una parte “della repressione non ce ne frega un cazzo e bisogna attaccare” e dall’altro “forzare le situazioni è ovvio che porti repressione” ed il conseguente immobilismo, in realtà svelano una miriade di possibiltà entro cui potersi muovere.
Ancora.
E di ciò tocca ragionare, necessariamente.

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