Venerdì 8 febbraio c’è stata una nuova udienza del processo che vede accusati due compagni per la contestazione alla banda della Polizia, a Giulianova, di cui vi abbiamo già abbondantemente parlato. Uno dei due compagni è Paska e quindi l’udienza poteva essere un’occasione per salutarlo. La scorsa volta però, gli sbirri crearono un clima di tensione all’esterno del tribunale, arrivando a qualche parapiglia con i solidali venuti per l’occasione, con poi denunce e fogli di via che seguirono. Così stavolta si decide di non fare alcuna “chiamata” per l’udienza… ma la situazione in tribunale non è certo diversa: celere disposta all’esterno, controlli serrati all’ingresso e nessuna possibilità di entrare per i compagni.
La sera prima al Campetto Occupato si era fatta una cena benefit ed un dibattito per i compagni arrestati nell’operazione “Panico”. La mattina dell’udienza, arrivando in città a Teramo, si notavano i muri cittadini pieni di scritte e manifesti in solidarietà con Giova, Paska e Ghespe, contro la Repressione e contro l’attuale politica Reazionaria e Razzista.
In tribunale invece l’aria è come l’abbiamo descritta: gli sbirri impediscono a chiunque di entrare e, tramite l’avvocato che chiede spiegazioni al giudice, si viene a sapere che per lui l’udienza era pubblica e quindi, la decisione di non far vedere facce amiche a Paska in aula, è stato solo un puntiglio ed un’infamia della Questura. Ovviamente, il giorno seguente, i giornali titoleranno “Tribunale blindato per gli Anarchici”, senza dire, in alcun modo, che il clima è stato creato e gestito appositamente dalle forze dell’ordine, per impedire ogni contatto col nostro compagno.
L’udienza specifica, poi, seguirà il solito copione: la testimonianza di un poliziotto della stradale che si inventerà resistenze varie dei compagni durante la contestazione e la testimonianza di una persona qualunque che contradirà nettamente la versione della guardia.
Anche in aula il clima è teso: attorno a Paska la polizia penitenziaria fa una sorta di cordone ed impedisce, anche dichiarandolo a brutto muso, qualsiasi contatto con l’altro compagno. Comunque Paska è sembrato in forze, anche se la carcerazione dura in 14 bis, non deve essere certamente facile e semplice da affrontare. Così come le ore da farsi in blindato per affrontare questi lunghi spostamenti. Al riguardo, i giorni successivi, verremo a sapere, che per tale udienza, il nostro compagno si è dovuto subire 16 ore di viaggio, tra andata e ritorno, in una condizione, come quella di un blindato della penitenziaria, che lasciamo immaginare a tutti quanto sia dura.
Ed è stato quindi riportato a La Spezia.
La volontà degli sbirri, anche a sto giro, è stata quella di non farci rivedere e salutare un nostro compagno e fratello recluso. Ma lui sa che ci siamo, e mai lo lasceremo solo nelle mani del nemico a combattere contro la violenza e l’infamia della reclusione.
E ci saremo sempre!
Pierloreto Fallanca
Casa circondariale
piazza Falcone e Borsellino n. 1
19125 LA SPEZIA
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