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Dichiarazioni lette in aula da Paska

In questi giorni usciremo con uno scritto più ampio sulla giornata di ieri a Teramo, per quanto concerne quel che è successo sia dentro, che fuori il tribunale. Nel frattempo pubblichiamo le dichiarazioni lette da Paska in aula, a nome di tutti e due gli imputati, in merito al processo che riguardava i due compagni, ovvero l’accusa di resistenza ed oltraggio, per la contestazione alla banda della Polizia, due anni fa a Giulianova.

NULLA DA SUONARE, NULLA DA ASCOLTARE, NULLA DA FESTEGGIARE!

In una serata estiva di giugno di due anni fa, la Banda della Polizia Italiana si esibì in una piazza di Giulianova paese, all’interno della manifestazione del festival delle bande internazionali della cittadina. A pochi metri dai nostri spazi e nella zona che quotidianamente noi percorrevamo e vivevamo, e che ancora, nonostante tutto, percorriamo e viviamo tutt’oggi, andava in scena la rappresentazione di un teatrino ben orchestrato che mirava a legittimare chi invece attraversava quella zona solo ed esclusivamente per effettuare controlli, schedature, fermi, arresti, ritiri di patenti, ecc… ecc… Mentre la piazza si riempiva pian piano e a quell’esibizione non mancava proprio nessuno dei rappresentanti del potere (questori, prefetti, sindaci, vice-sindaci, capi locali di polizia e carabinieri), qualcuna e qualcuno si domandava che senso aveva effettivamente partecipare a quella serata e la semplice risposta era nulla: non aveva nessun senso. Quella sera non ci sarebbe dovuto essere né nulla da suonare, né nulla da ascoltare, né tantomeno nulla da festeggiare! E la spiegazione a ciò è presto data, perché quella sera non si stava ascoltando, né stava suonando, né si stava festeggiando una semplice banda musicale, ma una banda di ASSASSINI. Questo perché la POLIZIA è assassina, come lo sono le “care ed amate” forze dell’ordine più in generale. E questo non ce lo inventiamo, ma sono dati di fatto ed accadimenti reali ed inequivocabili, oltre che infiniti da elencare e per questo ci limitiamo a citare solo avvenimenti eclatanti a partire dal 2000 in poi… L’uccisione di Carlo Giuliani nel 2001, la macelleria messicana del g8 di Genova, condannata da tutti, ma in Italia impunita; gli omicidi si Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Gabriele Sandri, oltre agli infiniti pestaggi a sangue di cui la Polizia è capace. Quali ad esempio (perché l’elenco potrebbe durare ore), il pestaggio di una donna incinta a Corvetto (un quartiere di Milano), durante lo sgombero di una casa occupata, dove la signora, all’ottavo mese di gravidanza, ha perso il bambino a causa delle manganellate, col benestare placido della procura che ha subito archiviato il fascicolo come aborto spontaneo. Manganellate che hanno mandato in coma a novembre scorso, Luca, ultras della Sambenedettese. Luca che a Padova ha avuto la “fortuna” di capitare tra marciapiede e camionetta dei difensori dell’ordine, che l’hanno prima “salutato” mandandolo in coma a forza di manganellate in testa ed affermando che lui, inciampando, avesse sbattuto la testa sul marciapiede, e poi “ringraziato” dopo la sua miracolosa uscita dal coma, regalandogli un bel Daspo (divieto d’accesso alle manifestazioni sportive). Senza continuare, questi sono i motivi che ci hanno spinto a non accogliere a braccia aperte degli ASSASSINI, ma bensì ad andare a dirglielo in faccia, o meglio fargli leggere lo striscione loro riservato. Senza gridare né interrompere l’esibizione (solo qualche stonatura di troppo) siamo entrati in piazza, abbiamo fatto un rapido giro per far leggere a tutti i presenti il messaggio loro diretto e che ribadiamo quest’oggi in aula, ovvero che la polizia è ASSASSINA, e abbiamo provato ad andare via. Provato, perché in realtà ci hanno braccato, i vari digos, carabinieri, finanzieri, vigili urbani, protezione civile e chi più ne ha più ne metta. Ci hanno accerchiato, fermato, identificato, portato in caserma, consegnato il foglio di via da Giulianova a chi di noi non è residente a Giulianova. Ed accusato, guarda caso, me ed il mio coimputato, di Resistenza. Ed il mio coimputato anche di Oltraggio. Quindi, se di fronte alle quotidiane violenze che la Polizia compie (omicidi, pestaggi, violenze in genere…), passare con uno striscione con su scritto ASSASSINI, che è la pura e semplice verità (“La verità ti fa male lo so!”), e poi essere bloccati da circa 40 persone, vuol dire aver compiuto Resistenza, beh, decidete voi giudici. Fate pure, tanto a noi non interessano, in quanto Anarchici, i verdetti di colpevolezza o innocenza. Ma perlomeno abbiate la decenza di definire con il giusto appellativo la Polizia e le Forze dell’ordine, ovvero quello di assassini. Senza coprire ogni qual volta le loro azioni e nefandezze.

SEMPRE A TESTA ALTA!

GLI IMPUTATI

Posted in anarchismo, repressione.


A proposito del sabotaggio della sede Cinque Stelle

Oggi, sui quotidiani locali, era riportata la notizia del sabotaggio della sede del Movimento 5 Stelle di Giulianova.
L’iter della scoperta del gesto, per quel che dicono i giornali, ha qualcosa di folcloristico: segnalazione anonima alla digos, che verifica e che a sua volta avvisa i Cinque stelle…
Ma a parte questo giro di notizie, alquanto balzano, sul nostro blog, ieri, ci eravamo limitati a riportare la rivendicazione di questa azione, giuntaci per e-mail anonima. (A scanso di equivoci la riportiamo anche a termine di questo articolo).
Per quanto ci riguarda non sappiamo, nè c’interessa sapere chi siano stati gli autori di questo gesto. E, francamente, questo aspetto lo riteniamo anche il meno interessante della vicenda.
L’azione parla da sè ed attraverso le parole scritte di chi l’ha fatta, quindi nel merito non possiamo nè dobbiamo dire niente.
Ciò che invece si può sottolineare, sono le motivazioni che hanno spinto qualcuno a compiere quel gesto…
E’ inutile, infatti, che in città si alza la canea grillina contro tale azione…
Cosa si aspettavano costoro, dalle politiche che stanno portando avanti?
Quindi, per quel che ci riguarda, per quel che riguarda chi scrive in questo blog, chiunque ha fatto quell’azione contro il Movimento 5 Stelle ha fatto solo bene!
Anzi, e diremo di più: troppo poco, per quel che il Movimento 5 Stelle, insieme alla sua alleata Lega, stanno combinando.

 

“L’altra sera, mentre l’attenzione era incentrata sul comizio del bastardo padano, siamo andati a far visita alla sede del movimento 5 stelle a giulianova. Colla all’ingresso e colla e ferro nella serratura, per rimarcare la loro responsabilità e complicità nel clima e nella politica di razzismo, repressione e reazione che stiamo vivendo. Non a caso i 5 stelle sono stati più volte ringraziati dal bastardo leghista, anche dal palco di silvi. Abbiamo fatto una piccola azione, come tante che chiunque può fare, nei modi che preferisce e ritiene opportuni. Non siamo nessuno, anche noi siamo semplici persone del popolo che ci fa schifo quello che sta avvendo e vogliamo e dobbiamo dire basta!”

Messaggio ricevuto da e-mail anonima

Posted in azione diretta.


Sigillata sede Movimento 5 Stelle

“L’altra sera, mentre l’attenzione era incentrata sul comizio del bastardo padano, siamo andati a far visita alla sede del movimento 5 stelle a giulianova. Colla all’ingresso e colla e ferro nella serratura, per rimarcare la loro responsabilità e complicità nel clima e nella politica di razzismo, repressione e reazione che stiamo vivendo. Non a caso i 5 stelle sono stati più volte ringraziati dal bastardo leghista, anche dal palco di silvi. Abbiamo fatto una piccola azione, come tante che chiunque può fare, nei modi che preferisce e ritiene opportuni. Non siamo nessuno, anche noi siamo semplici persone del popolo che ci fa schifo quello che sta avvendo e vogliamo e dobbiamo dire basta!”

Messaggio ricevuto da e-mail anonima

Posted in azione diretta.


Un’udienza per poter salutare Paska

Il 20 luglio, alle 11 di mattina, al tribunale di Teramo, vi sarà un’altra udienza che vede processati Paska ed un altro compagno, per la contestazione alla banda della Polizia a Giulianova un paio di anni fa. Di tale processo vi avevamo già abbondandemente parlato, sia per il fatto specifico, sia per l’atteggiamento delle guardie e la sua evoluzione processuale, sia per i fogli di via che arrivarono per quell’occasione. Ma la parte più importante della prossima udienza, sarà che potremo rivedere il nostro compagno e fratello Paska, dopo mesi di carcerazione. Senza doverla allungare troppo, sull’importanza ed il valore, per una persona reclusa, nel rivedere un volto amico e scambiarsi anche solo un sorriso, ognuno in cuor suo può capire quanto può essere importante andare a fare un saluto al nostro compagno e fratello recluso.
Per questo, visto che l’udienza è alle 11 di venerdì 20 luglio, ci si vede in Tribunale a Teramo (anche un po’ prima).
Perchè i compagni non vanno lasciati mai soli!

Posted in anticarceraria.


Fogli di via da Sulmona

Dopo le denunce arrivate per il corteo No Snam di Sulmona dello scorso aprile, di cui vi avevamo già parlato, in questi giorni stanno arrivando anche i fogli di via dalla città ovidiana. Ad un compagno, contro cui gli sbirri hanno usato la forza per l’identificazione, causando la reazione della piazza. Ed a un altro ragazzo perché, testuali parole, “cercava in vari modi di riprendersi un proprio compagno”.

I fogli di via, come le denunce d’altronde, sono mirate. A maggior ragione i fogli di via, che sono misure amministrative, distribuite con molta facilità dalle varie Questure, per togliere di mezzo chi reputano fastidiosi per i loro piani. Ma se il foglio di via dev’essere dato perché qualcuno “ha cercato di riprendersi in vari modi un proprio compagno” dalle fauci questurine, non possiamo che essere fieri dell’atteggiamento dei nostri compagni, ma, al tempo stesso, non possiamo che fare delle considerazioni al riguardo.

Il monito è chiaro: lo Stato vuole che il nuovo tracciato della Snam si faccia, e con esso la centrale di Sulmona. Nessuno deve intralciare nella pratica, con le pratiche, questa devastazione. Pena la repressione. Nessuno, neanche, deve cercare di contestare l’opera dei devastatori o delle forze dell’ordine, messe a loro difesa. Pena la repressione. E queste righe non servono per piangerci addosso delle misure repressive, ma per chiarire le forze in campo ed i metodi che vengono usati. Perché la repressione ha molte facce: una di questa è l’isolamento a cui vuole relegare chi viene colpito, ed un’altra è la facilità con cui dispone di alcune misure. Con i fogli di via siamo in questa situazione. Non facciamo l’errore, e ci riferiamo ai tanti e le tante presenti a Sulmona quel giorno, di pensare che i fogli di via (in questo caso) siano qualcosa che riguardano Continued…

Posted in critica radicale, repressione.


Dallo stesso lato della barricata

In questi giorni stanno arrivando le denunce per il corteo No Snam, dello scorso 21 aprile a Sulmona. Un compagno è stato denunciato per imbrattamento, rifiuto di fornire le proprie generalità e resistenza a pubblico ufficiale. Un altro per minacce e lesioni a pubblico ufficiale.
Queste le carte.
Per raccontare la realtà, invece, bisogna partire dalla parte finale di quel corteo. Infatti, a corteo abbondantemente concluso, mentre stavano terminando gli interventi dal palco, un manipolo di digossini accerchia e trattiene con veemenza un compagno. Il tutto, con la scusa di doverlo identificare. Il tutto in mezzo a centinaia di persone che stavano tranquillamente chiacchierando al termine della manifestazione. Il gesto violento delle forze dell’ordine genera la risposta della piazza, con decine di persone che cercano di riprendersi un proprio compagno. Di quei momenti è la denuncia contro l’altro compagno, preso a caso tra decine di persone che risposero alla violenza poliziesca. Forse, non proprio a caso, visto l’intento di voler colpire chi maggiormente si espone… ma tant’è!
Il dato che emerge con forza e chiarezza da quella giornata, e dalle denunce che stanno arrivando, è la volontà della Questura di provocare ed attaccare, seguita a ruota dall’attività giudiziaria. Teniamolo bene in mente, per il prosieguo della lotta, laddove si insedierà il cantiere Snam e vi saranno forze dell’ordine e magistratura a difenderlo ed a reprimere. Iniziamo a definire, fin da adesso, i ruoli delle parti in campo: chi difenderà la terra e le vite di tutti, e chi difenderà solo gli interessi dei distruttori.
Perchè, al corteo a Sulmona, a riprenderci quel compagno dalla violenza degli sbirri eravamo in tanti e in tante, così come lo saremo a difenderli dagli attacchi dalla magistratura.
Perchè se ci vogliono dividere in buoni e cattivi, si sbagliano di grosso. Perchè chi lotta si guarda negli occhi e procede spalla a spalla e sa riconoscere chi sta questo o da quell’altro lato della barricata.

Posted in nocività, repressione.


Senza chiedere il permesso

Posted in Campetto Occupato, qui è altrove.


Benefit per Paska

Posted in anticarceraria, Campetto Occupato.


L’AQUILA, 4 MAGGIO 2018: ANCORA AL FIANCO DI CHI LOTTA.

– PRESIDIO SOLIDALE AL TRIBUNALE E AL CARCERE –
Il 4 maggio a L’Aquila si terrà la quarta udienza che vede la prigioniera delle BR-PCC Nadia Lioce sotto processo per aver osato dimostrare, tramite una serie di battiture contro le condizioni di detenzione che il regime cui è sottoposta impone, di non essere stata ridotta a totale silenzio dalla vendetta dello stato.
Sono passati 13 anni da quando Nadia è rinchiusa all’interno delle sezioni di 41bis, che lo scorso settembre le è stato prorogato – per la durata di altri 2 anni – ancora una volta.
Le persone rinchiuse all’interno del circuito del 41bis non hanno la possibilità di far uscire la loro voce, rendendo pubblica la tortura quotidiana vissuta sui propri corpi e le proprie menti…
Ecco che questo processo si è trasformato nell’occasione per poter prendere parola: nell’ultima udienza, lo scorso 24 novembre, Nadia ha presentato alla corte un documento di una decina di pagine in cui ha ritenuto necessario ripercorrere i passaggi della detenzione speciale, dall’art.90 al 41bis, descrivendo la natura vessatoria delle condizioni cui si pretende di sottoporre i detenuti e le detenute in 41bis, contestualizzandole e rendendo chiaro quanto grottesche possano risultare le accuse a lei rivolte in questo processo, nonché più che legittimi i motivi delle sue battiture.
Con queste parole Nadia ci consegna la testimonianza diretta di ciò che stanno facendo a oltre 700 persone sottoposte in Italia al cosiddetto carcere duro, ma che potrebbe in un modo o nell’altro riguardarne molte altre. I paletti della legalità sono nelle mani dello stato, e dove vengano di volta in volta piantati dipende dal terreno fertile che trovano.
Come campagna “pagine contro la tortura” nell’ultimo anno e mezzo e come compagni e compagne contro il carcere, da una decina di anni a questa parte, abbiamo lanciato a più riprese diversi appuntamenti nel capoluogo abruzzese, proprio per la presenza in quel territorio del supercarcere che rinchiude oltre 100 persone, quasi tutte ristrette in 41bis.
Tali mobilitazioni sono inserite in un percorso di lotta anti-carceraria che individua il regime di 41bis come l’apice, la punta di diamante del sistema di repressione italiano, nonché “scuola” per le amministrazioni penitenziarie di tutti gli stati occidentali e non solo.
Così, già lo scorso 24 novembre, in occasione dell’ultima udienza, ci eravamo recate/i a L’Aquila da differenti parti della penisola individuando nel processo a Nadia una doppia occasione: poter solidarizzare con lei e ribadire che il 41bis è tortura. Successivamente alcuni/e di noi hanno ricevuto  delle denunce, che se arriveranno a processo ci forniranno ulteriori occasioni per prendere parola sui motivi che ci spingono a lottare, a non abbassare la testa, a non girarla dall’altro lato per non vedere.
Il 4 MAGGIO, ANCORA UNA VOLTA AL FIANCO DI CHI LOTTA.
SOLIDARIETÀ CON NADIA. CONTRO IL 41BIS E IL SISTEMA CHE SOSTIENE E DIFENDE.
ORE 9:00 presidio davanti al Tribunale ordinario di L’Aquila in Via XX Settembre n. 68.
Di seguito ci sposteremo davanti al carcere per portare un saluto ai detenuti e alle detenute.
CAMPAGNA “PAGINE CONTRO LA TORTURA”

Posted in anticarceraria.


Un altro morto in carcere

Lunedì mattina, un 37enne dell’Aquila, Massimiliano Scirri, si è tolto la vita nel bagno di una cella del carcere di Chieti, dove era detenuto dal 25 settembre 2017. L’uomo è stato trovato la mattina dai compagni di cella. A breve avrebbe lasciato il carcere per raggiungere una comunità di recupero per tossicodipendenti. La morte del giovane aquilano si aggiunge alla lunga lista di suicidi ed innumerevoli atti di autolesionismo, di cui i detenuti sono vittime. Sintomo evidente della violenza che lo Stato perpetua contro la popolazione carceraria.

Posted in anticarceraria.